G20, appello dei leader cattolici ai Paesi: stop ai combustibili fossili

Foto Vatican Media / LaPresse in foto Papa Francesco

ROMA – In vista del vertice del G20 che si terrà a Roma il 30 e 31 ottobre, i leader cattolici dei paesi del G20 chiedono di “consegnare i combustibili fossili alla storia”, mentre iniziano i negoziati chiave in vista del vertice sui cambiamenti climatici COP26 del mese prossimo a Glasgow.

L’appello fa seguito alla dichiarazione congiunta di Papa Francesco con i leader religiosi del 4 ottobre, che chiede un’azione urgente per proteggere la “nostra casa comune” e combattere la crisi climatica attraverso un cambiamento sistematico dei nostri comportamenti e un’azione radicale di transizione energetica.

Nella dichiarazione i leader cattolici, tra cui 7 vescovi italiani, hanno scritto: “Le voci delle comunità con cui lavoriamo risuonano. Il cambiamento climatico è una realtà presente che sta colpendo i nostri fratelli e sorelle in tutto il mondo, in particolare quelli delle comunità povere e vulnerabili al clima che meno hanno contribuito a questo problema. Vediamo siccità e inondazioni sempre più gravi e frequenti, perdita di raccolti e distruzione di terreni. Non possiamo e non dobbiamo essere tranquilli di fronte a tale sofferenza e ingiustizia”.

La scienza è chiara. Il mondo ha bisogno di mantenere i combustibili fossili nel terreno se vogliamo limitare il riscaldamento globale ad un aumento della temperatura media entro gli 1,5 gradi.

“Accogliamo con favore l’appello dei leader cattolici dei paesi del G20 a porre fine al sostegno dei combustibili fossili da parte dei loro rispettivi paesi in modo da poter limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi – evidenzia Albert Mashika di Caritas Africa, la rete cattolica del continente – questo limite è un’ancora di salvezza per milioni di persone in Africa, i cui mezzi di sussistenza e le cui famiglie sono già a rischio per gli effetti del cambiamento climatico. Tuttavia, in Africa, dove stiamo assistendo a un aumento della temperatura doppio rispetto all’attuale livello globale, attualmente intorno ai 2 gradi, sappiamo che ogni frazione di grado conta. Ecco perché la fine del sostegno ai combustibili fossili in patria e all’estero deve arrivare presto”.

I leader cattolici chiedono in quattro punti, di utilizzare gli incontri del G20 di ottobre per consegnare i combustibili fossili alla storia:

1.Fermando qualsiasi nuovo sviluppo di carbone, petrolio e gas all’interno dei paesi.

2.Ponendo immediatamente fine a tutti i finanziamenti dei combustibili fossili – compresi carbone, petrolio e gas – all’estero.

3.Aumentando massicciamente gli investimenti in forme di energia pulita e sicura come l’energia eolica e solare, che hanno come priorità l’accesso all’energia per le comunità più povere.

4.Mantenendo le promesse di fornire finanziamenti per il clima per sostenere le comunità già colpite dagli impatti del cambiamento climatico.

“Il nostro dovere morale è indiscutibile – sottolinea l’arcivescovo emerito di Trento, Luigi Bressan – le economie avanzate devono agire per prime per affrontare il cambiamento climatico e devono agire rapidamente per proteggere le generazioni attuali e future e la nostra casa comune. Dobbiamo affrontare la nostra responsabilità storica e agire con giustizia, in solidarietà con le nostre sorelle e fratelli, nei nostri paesi e in tutto il mondo. Dobbiamo agire ora”.

La Chiesa, come è ormai evidente anche sulla scia della Laudato sì, è in prima linea nella crisi climatica in tutto il mondo, sostenendo le comunità che già soffrono per gli impatti devastanti del cambiamento climatico.

(LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome