Gadget del Napoli, in mano ai Notturno

Gadget scudetto in mano ai Notturno
Gadget scudetto in mano ai Notturno

NAPOLI – Ce ne saranno almeno dieci nel raggio di almeno un paio di chilometri quadrati. Parliamo delle bancarelle che espongono prodotti del Calcio Napoli nel quartiere Scampia. Prodotti, ovviamente, contraffatti. Bancarelle che vengono posizionate nei luoghi nevralgici della viabilità della zona, da giorni intasata a causa della chiusura dell’Asse Mediano. Tornando ai ‘punti vendita’ fuorilegge, la società sportiva azzurra, infatti, non ha ancora realizzato né messo in circolazione gadget per lo scudetto. Sui canali ufficiali del club di Aurelio De Laurentiis non è possibile acquistare bandiere e sciarpe riportanti riferimenti al terzo scudetto che la squadra allenata da Luciano Spalletti si appresta a vincere. Insomma: qualsiasi gadget con il numero ‘3’ è contraffatto. Com’è contraffatta larga parte della merce in esposizione. Eppure tra Napoli e provincia sono in tanti ad aver acquistato prodotti di questo tipo. Un affare sul quale si è fiondata la criminalità organizzata, che porta avanti il business sviluppandolo in diverse fasi: dalla contraffazione alla vendita, dall’imposizione della merce agli ambulanti all’imposizione del pizzo sulla vendita. Affari per diverse decine di milioni di euro, stimano gli investigatori attenti al fenomeno della contraffazione.

Sull’affare sono avanzati, nel corso dei mesi, un po’ tutti i clan della città. Dal centro storico passando per la periferia occidentale, con le cosche di Pianura che, a causa del pizzo alle bancarelle, hanno ripreso a farsi la guerra dopo un periodo di relativa pax mafiosa. Una guerra che ha prodotto, purtroppo, una giovane vittima, Antonio Gaetano, alias biscotto, 19enne morto circa due settimane dopo essere stato ferito in un agguato a Mergellina. Il ragazzo era ritenuto il reggente del clan dei CaloneEspositoMarsicano. Poi sono arrivate le organizzazioni criminali di Soccavo e del Rione Traiano, a queste si sono aggiunti i gruppi malavitosi che fanno riferimento ai due maxi cartelli egemoni in città, l’Alleanza di Secondigliano e i Mazzarella. Secondo gli investigatori, le cosche napoletane avrebbero stretto accordi con i produttori cinesi, specializzati soprattutto in bandiere e nastri biancazzurri. E tra le zone più attive, quelle in cui si nascondono le centrali del falso, spiccherebbero i confini tra Melito e Scampia e l’area del Giuglianese. Luoghi che, sulla cartina geocriminale della provincia, sono di ‘pertinenza’ – rispettivamente – del clan AmatoPagano e della cosca dei Mallardo, vale a dire l’Alleanza di Secondigliano. Il business sta invadendo le strade di Scampia? C’è la regia del clan AbeteAbbinanteNotturno? Molto possibile, visto che la posta in gioco è elevata. Il cartello, storicamente dedito all’affare droga, potrebbe aver puntato forte sulla ‘febbre’ scudetto.

Affari d’oro fino a sera. Le cosche non temono sigilli, blitz e denunce

A quanto ammontano i guadagni giornalieri di una bancarella in un quartiere popoloso? E in una strada di passaggio e raccordo tra più rioni? Quanti pezzi vende, dalla mattina alla tarda serata, un ambulante? Difficile fare una stima, per ora. Forse sarà tutto più chiaro quando spiccheranno le ordinanze e quando le forze dell’ordine eseguiranno blitz. Più semplice farsi un’idea, al momento, e in questa circostanza sono i numeri ad accorrere in aiuto. Gli unici giudici, in questo momento storico, non possono che essere i dati. Nell’arco di un mese, ad esempio, la guardia di finanza ha sequestrato oltre 35mila articoli, tra magliette, bandiere, gadget, e oltre 4mila metri di stoffa, riproducenti il marchio del Calcio Napoli, stoffa da utilizzare per addobbare le strade cittadine, pronti per la commercializzazione. Addirittura, oltre 20mila gadget e capi d’abbigliamento sono stati sequestrati nei soli territori dei quartieri Ponticelli, Poggioreale, Scampia e Forcella di Napoli e tra Ottaviano e Casoria. A San Giuseppe Vesuviano, in un solo deposito, i finanzieri hanno portato via 18mila prodotti contraffatti. Erano pronti per finire in strada. Ieri mattina, altro esempio, polizia e Finanza hanno messo sotto chiave 91 articoli falsi al termine di un blitz ai Quartieri Spagnoli: i prodotti erano di ‘proprietà’ di una sola bancarella. Le dimensioni del business consentono alle organizzazioni criminali, e il riferimento è all’intera filiera (dal produttore al venditore), di non temere blitz, sequestri e denunce. Il ritmo dell’affare è incalzante e aumenta sempre più col passare delle ore in vista di domenica pomeriggio, quando (probabilmente) il Napoli si laureerà campione d’Italia con sei giornate d’anticipo. I primi segnali dell’affare dei gadget contraffatti sono arrivati da alcune zone del capoluogo, su tutte Pianura e il centro storico. Poi è arrivato l’effetto domino, con le forze dell’ordine e gli inquirenti napoletani che hanno iniziato a disporre blitz e ispezioni nei laboratori del falso, per arrivare a colpire la filiera sin dalle radici. Sequestri di ingenti quantità di gadget contraffatti sono stati portati a termine, nei giorni scorsi, in ogni quartiere del capoluogo, da Scampia a Ponticelli, e in ogni angolo della provincia, da Arzano a Casoria, passando per l’area vesuviana e Portici. Ma quando le forze dell’ordine vanno via, gli ambulanti tornano a piazzarsi agli angoli delle strade, soprattutto nei punti strategici dai quali si gode di panoramiche ampie. 

E negli ultimi giorni gli investigatori si stanno soffermando su un dettaglio. Si tratta di un nuovo, potenziale patto che la criminalità organizzata avrebbe stretto con gruppi di falsari originari della Cina. Da qualche settimana, infatti, le forze dell’ordine starebbero notando strani movimenti in strada. Soggetti originari dell’Asia starebbero facendo cassa con i nastri biancazzurri e altro materiale. Insomma: anche i cinesi si sono inseriti nel business dei gadget dello scudetto. La loro forza è la capacità di produrre in serie. I boss dei clan napoletani lo sanno benissimo e avrebbero chiesto e ottenuto incontri con i referenti asiatici delle organizzazioni dedite alla produzione di prodotti falsi. 

Blitz al murale di Maradona: merce sotto chiave

Ancora un blitz nell’area che, ormai, i napoletani chiamano ‘largo Maradona’, vale a dire via Emanuele De Deo, una sorta di luogo di culto per partenopei e non, che con la squadra azzurra prossima alla conquista del terzo tricolore consente a esercenti e ambulanti della zona di fare affari d’oro. Ieri mattina gli agenti del commissariato Montecalvario e i finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza hanno effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio ai Quartieri Spagnoli e in particolare in via Emanuele De Deo.

Nel corso dell’attività, sono stati  controllati otto esercizi commerciali di cui tre sanzionati amministrativamente per occupazione abusiva di suolo pubblico.

Ancora, gli operatori hanno denunciato una persona poiché sorpresa a vendere materiale contraffatto riportante stemmi e loghi della Società Sportiva Calcio Napoli e sequestrato 91 capi costituiti da magliette e sciarpe.

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