Gamberi e ippocampi

Non bisogna necessariamente aver studiato la biologia per essere a conoscenza delle peculiarità sul modo di incedere di due graziosi animaletti marini: il gambero e l’ippocampo meglio conosciuto, quest’ultimo, come cavalluccio marino. Il primo ha come caratteristica il colore rosso e la capacità di nuotare in tutte le direzioni, anche all’indietro. Lo stesso dicasi per il secondo che ha dalla sua una storia ben più nobile che affonda finanche nella mitologia. Gli antichi greci e poi i romani ritenevano infatti l’ippocampo un portatore di potenza e di fortuna, espressione stessa di Poseidone, il dio del mare. Cosa c’entrino questi due componenti della flora acquatica con il Pd, principale partito politico della sinistra italiana, è presto detto: parliamo di un allegoria. Un qualcosa che coglie, per alcuni aspetti, lo stato in cui si trovano, con l’elezione di Elly Schlein alla segreteria, i democratici del PD . L’allegoria è costruita sui termini di paragone tra le caratteristiche politiche del neo leader piddino ed i su innanzi descritti animaletti. Rosso è il colore del gambero, come quello a cui si ispira la Schlein, così come identiche sono le capacità, per entrambi, di potersi spostare muovendosi anche all’indietro. Il neo segretario, nel corsa delle primarie, infatti si è’ mossa andando in retromarcia verso il passato, rispolverato tutti i vecchi arnesi del marxismo, nel mentre indicava alla platea nuove e progressive sorti per il futuro del partito del Nazareno. Un artifizio da illusionista, quello di indicare il passato camuffandolo con il futuro. In buona sostanza l’erede di Letta non si è fatta mancare nulla del rottame ideologico comunista, quello ampiamente contraddetto dalla storia e dall’evidenza in questi ultimi quarant’anni. Forse per la giovane “pasionaria” rossa il muro di Berlino pare sia caduto per un fatto statico, forse a causa dell’usura del tempo, e non già per il crollo dei presupposti politici ed ideologici che lo reggevano. Il glossario utilizzato dalla giovane italo-americana-svizzera ripropone una visione anacronistica, uno spaccato della società ormai ante lucano : proletari sfruttati dal capitalismo ingordo ed una massa di diseredati ai quali i principii del liberalismo politico e del liberismo economico (libero mercato di concorrenza) impediscono di potersi risollevare dall’indigenza, dallo sfruttamento e dall’emarginazione! Come se il Pd non avesse governato decenni dall’inizio del nuovo secolo. Per quanto concerne la visione dello Stato, va ancora peggio: in Italia pare sia al governo una destra fascista, un regime para eversivo, ovviamente al soldo dei poteri forti, che minaccia le libertà costituzionali ed i diritti civili, soprattutto quelli “emancipanti” dell’omosessualità, delle teorie gender, della liquidità sessuale di genere, e tutti quelli introdotti attraverso la nuova etica pubblica del cosiddetto “politicamente corretto”. Insomma l’esatto contrario del partito che Valter Veltroni ideo’ e presentò nel 2007. Un partito liberal democratico che puntava all’autosufficienza in Parlamento, coinvolgendo quegli strati elettorali moderati e riformisti che non votavano più Berlusconi. In sintesi, per l’ex sindaco di Roma, “ il populismo di destra non si doveva battere con il populismo di sinistra, bensì con il riformismo, con la costruzione delle condizioni necessarie a dare nuova forma alla convivenza civile” . Ed ancora: “ la condizione per realizzare tutto questo sarebbe stata quella di affrancarsi dall’illusione frontista, dallo sforzo di voler ripetere a tutti i costi la fatica di Sisifo di costruire schieramenti eterogenei, accomunati solo dall’essere “contro” l’avversario, ma incapaci di reggere la prova del governo”. Altra condizione dettata, per un partito vincente, sarebbe stata il coraggio dell’innovazione. Il motto dei democratici, insegnava Veltroni, non poteva essere “difendere”, bensì “cambiare”. Ebbene, a quindici anni di distanza quelle parole, dopo tante stagioni di rifondazioni e cambiamenti del vecchio PCI , cosa è rimasto di tutto ciò? Niente!! Anzi, ecco arrivare all’apice del principale partito della sinistra italiana l’archetipo del comunistoide vecchio stampo, che di nulla si è accorto di quanto siano effettivamente cambiate le condizioni sociali, culturali ed economiche del Belpaese. Anche per mezzi di coloro che l’hanno governato. Tutto cancellato, allora il neo segretario dem scruterà spesso ed inutilmente l’orizzonte, come il capitano Drogo nel “Deserto dei Tartari” di Dino Buzzati, per vedere giungere i nemici di classe, frotte di bisognosi cii ridistribuire la ricchezza dei contribuenti oltre quella che già percepiscono dal Welfare. La ricchezza di Elly , in fondo, è ben protetta in America, non certo quella nostrana sulla quale il gravame fiscale e di circa il cinquanta percento dei ricavi maturati. A presto predicherà scioperi ad oltranza e tassa patrimoniale. Con Franceschini, inossidabile post democristiano, in squadra, più Orlando e Zingaretti, della vecchia leva Pci, a dare manforte, la Schlein si incamminerà a larghe falcate, come l’ippocampo e il gambero, all’indietro, andando a fondersi, per assonanza, con la sinistra antagonista di Fratoianni, eterno perdente. Vent’anni di tentate palingenesi buttati al vento, con Elly si polarizzerà e rafforzerà la lotta al “regime” e l’antagonismo, favorendo l’ulteriore migrazione degli elettori moderati e dei riformisti…verso il centrodestra!! Non c’è che dire la ragazza ha veramente un grande avvenire alle spalle!!

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