ROMA – Il tetto ai prezzi del gas continua a dominare – e a spaccare – il dibattito pubblico. Il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, chiede all’Unione Europea “coraggio” su una “decisione urgente ed essenziale”, dichiarando che “L’Italia non molla, non possiamo mollare. È una prova di compattezza e unità di tutta l’Ue”. Ma il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, frena: “è argomento complicato” ha detto oggi a Cernobbio, non solo per le divergenti opinioni politiche, ma anche perché “sono diverse le variabili sull’impatto che può avere un tetto al gas all’ingrosso”. In ogni caso, afferma, questa è “una delle questioni su cui il Consiglio europeo ha chiesto alla Commissione di fare una proposta e noi la faremo entro la fine mese”. Intanto, Gentiloni ha anche annunciato che l’ulteriore pacchetto di sanzioni contro la Russia su cui la Commissione è attualmente al lavoro “non comprende il settore energetico”.
Ma i tempi stringono e i rincari incalzano. Il presidente degli industriali, Carlo Bonomi, è categorico: “Se non si fa in Europa, Italia il tetto sui prezzi di mercato del gas si può e si deve fare”. E aggiunge: “chiediamo una operazione trasparenza, è stata data la possibilità all’Arera di prendere i contratti e vedere come sono fatti, vedremo che c’è ampio margine per rivedere il prezzo”. Secondo le stime nel rapporto di primavera pubblicato dal centro studi di Confindustria infatti “l’incidenza dei costi dell’energia sul totale dei costi di produzione aumenterebbe del 77% per il totale dell’economia italiana, passando dal 4,6% nel periodo pre-pandemico (media 2018-19) all’8,2% nel 2022”. Un impatto che in euro equivale ad una crescita della bolletta energetica italiana “di 5,7 miliardi su base mensile” e di “68 miliardi su base annua”. I mercati, spiega il Centro studi, “prezzano l’incertezza sugli approvvigionamenti in Europa, vista l’elevata dipendenza del continente dall’import russo di questa fonte”. Per l’Italia, il gas russo “copre il 38% del consumo”, ricordano gli industriali. E anche le famiglie subiscono gli effetti del caro-energia (+52,9% annuo a marzo) dovuto al conflitto russo-ucraino, vedendo comprimersi il proprio potere d’acquisto. Fatto che – si legge nel report – influirà “sull’ampiezza e il ritmo di crescita dei consumi, il cui recupero è stato prima ostacolato dall’aumento dei contagi e ora anche dalla maggiore incertezza che influenza la fiducia, che a marzo è crollata”.
A smorzare la richiesta pressante che arriva da Bonomi è però proprio il presidente di Arera, Stefano Besseghini, asserendo, a margine dell’incontro a viale dell’Astronomia, che “ragione il Commissario Gentiloni nel dire che il tetto al gas non è affatto semplice. Meno che mai pensarlo solo per l’Italia”. Questo, per Besseghini, dipende dal fatto che “le reti dell’elettricità e del gas sono internazionali, come il mercato. Il governo ha dato ad Arera un compito di analisi dei contratti che svolgeremo non appena ci arriveranno” ma “fare ipotesi ora è prematuro”.
Intanto, il governo è all’opera: “monitoriamo giorno per giorno l’andamento delle forniture di gas. Al momento continua ad arrivare regolarmente, persino superiore ad un anno fa. Già entro quest’anno avremo una buona diversificazione e se tutto va bene entro due o tre anni saremo completamente indipendenti dalla Russia”, ha affermato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in un’intervista al Corriere della Sera, aggiungendo che intanto “stiamo comprando gas per riempire le nostre riserve, gli stoccaggi sono buoni e si va verso la stagione più calda”. Allo stesso modo Daniele Franco, ministro dell’Economia, ha puntualizzato l’obiettivo all’ordine del giorno è proprio quello di “ridurre la dipendenza Italiana, potenziando la produzione rinnovabile” e, per quanto riguarda il breve periodo, “mitigare l’impatto dei prezzi della energia sulle famiglie e sulle imprese” per proteggere la competitività del Paese, aprendo alla possibilità di varare ulteriori interventi, oltre a quelli già messi in campo.
di Martina Regis