Gazprom chiude i rubinetti del gas all’Italia

ROMA – Meno gas dalla Russia all’Italia. Lo ha annunciato l’azienda Gazprom che ha comunicato ad Eni la fornitura solo del “50% di quanto richiesto”. Ma solo ieri avevano promesso il 65%.

La motivazione

La motivazione addotta dalla Russia starebbe nella carenza dei pezzi di ricambio per la manutenzione dei gasdotti a causa delle sanzioni. Ma il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani ha assicurato: “Abbiamo tutte le contromisure pronte. Ma la prima cosa da capire è se questa diminuzione si stabilizza o se è solo un episodio. Vediamo cosa succede nei prossimi tre giorni, e poi la settimana prossima decideremo”. Quella russa “potrebbe essere una piccola rappresaglia”. E il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto di ritenere che “i motivi dei tagli delle forniture di gas siano bugie: in realtà – ha aggiunto – c’è un uso politico del gas, così come del grano”

Contromisure già pronte

Il ministro Cingolani ha fatto così riferimento a quelle contromisure decise già nel marzo scorso con il decreto Ucraina, ovvero il piano da applicare nel caso in cui la Russia avesse effettuato ritardi o sospensioni nell’erogazione. Tra i provvedimenti ci sarebbe “la limitazione del riscaldamento nelle abitazioni private e negli uffici” con una “temperatura massima inferiore di uno o due gradi e anche un numero definito di ore per l’accensione degli impianti”. Limitazioni che andrebbero a toccare anche “il consumo di gas delle centrali elettriche oggi attive, oltre alla riduzione dell’illuminazione pubblica nelle città e nella rete stradale”. Intanto l’Italia ha già preso accordi con altri Paesi, come Algeria, Libia e Azerbajian che potrebbero risultare fornitori strategici mediante il gasdotto.

Le centrali a carbone

Altra soluzione potrebbe essere quella del riutilizzo di centrali a carbone in via di chiusura nel 2025. Nel nostro Paese ce ne sarebbero sei sparse tra Sardegna, Venezia, Monfalcone, Civitavecchia e Brindisi e che potrebbero essere utilizzate per un ulteriore tempo emergenziale.

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