Gentiloni si allinea con l’Ue e rassicura Conte: “Piena flessibilità al Patto”

L'ex premier cerca di rassicurare il capo dell'esecutivo sul Patto di stabilità: "Sfrutterò appieno la flessibilità"

Tiberio Barchielli/LaPresse in foto Paolo Gentiloni

ROMA – “Cercherò di far applicare alla Commissione (Ue) il patto di Stabilità e Crescita sfruttando appieno la flessibilità consentita dalle regole”, così l’ex premier Paolo Gentiloni ha cercato di rassicurare il capo dell’esecutivo Giuseppe Conte nelle risposte scritte al Parlamento europeo, in vista dell’audizione che ovrebbe portare alla sua conferma a commissario per l’economia. Il questionario arriva, come da prassi, dal Parlamento europeo in vista della sua nomina a commissario agli Affari economici e monetari. A proposito dell’analisi delle regole di bilancio Gentiloni non ha preso una posizione netta. In realtà lo spazio di manovra è assai limitato, anche se buona parte dle governo spera nella sua intermediazione per regole meno rigide.

In linea con Ursula von der Leyen

Ursula von der Leyen, che dal primo novembre sarà presidente della Commussione europea, nel giorno della sua elezione ha delineato il programma. Tra i punti cardine la flessibilità sui conti pubblici perché “non è il popolo che serve l’economia, ma è l’economia che è al servizio del nostro popolo”, poi salario minimo europeo, nuovo patto per l’immigrazione e l’asilo che comprenda una riforma per il regolamento di Dublino e il rafforzamento della tassa sul carbonio per fare dell’Europa “il primo continente neutrale climaticamente entro il 2050”.

Investimenti e riforme strutturali

“Gli investimenti e le riforme strutturali apportano un contributo fondamentale alla sostenibilità del debito. Come indicato nella mia lettera di missione, il mio compito è garantire che la politica economica incoraggi la crescita sostenibile e offra la protezione e la stabilità di cui gli europei hanno bisogno”, ha continuato l’esponente del Pd. Gentiloni ha poi spiegato che proverà “ad approfondire il dialogo con i paesi membri a proposito delle loro riforme, con più numerose missioni tecniche e politiche” e “mettendo a punto valutazioni concrete della Commissione europea sui piani di riforma nazionali”.

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