Ginevra, una dichiarazione per la democrazia ambientale

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Democrazia ambientale
Democrazia ambientale

I Paesi membri della Convenzione di Aarhus e del Protocollo sui registri degli inquinanti (PRTR) hanno presentato la bozza della Dichiarazione di Ginevra 2025. Il documento politico risponde alla tripla crisi planetaria – climatica, di biodiversità e di inquinamento – riaffermando il ruolo strategico della democrazia ambientale.

La bozza parte da una premessa fondamentale: le emergenze ecologiche globali non possono essere risolte senza garantire pienamente i diritti di accesso all’informazione, la partecipazione pubblica ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia. La crisi ambientale è, infatti, anche una crisi democratica e sociale che mette a rischio i diritti fondamentali e la coesione.

Sebbene non sia un testo giuridicamente vincolante, la Dichiarazione svolgerà una funzione essenziale di orientamento politico. Il suo obiettivo è definire le priorità, rafforzare gli impegni già presi e fornire una cornice comune per attuare politiche ambientali efficaci e condivise a livello nazionale.

Uno dei punti più rilevanti del documento riguarda la crescente vulnerabilità dei difensori dell’ambiente. Il testo denuncia le intimidazioni, la criminalizzazione e le restrizioni del diritto di protesta pacifica che colpiscono attivisti, giornalisti e comunità locali impegnati nella tutela del pianeta. La Dichiarazione condanna anche il ricorso alle cosiddette ‘cause strategiche’ (SLAPP), azioni legali intentate con lo scopo di intimidire e scoraggiare la partecipazione pubblica.

La bozza dedica ampio spazio anche agli impatti ambientali dei conflitti armati. Viene sottolineato come la distruzione di ecosistemi e infrastrutture critiche, come quelle idriche ed energetiche, comprometta la salute delle popolazioni e l’esercizio dei diritti. Il documento menziona esplicitamente l’aggressione russa all’Ucraina, supportando le iniziative per valutare e risarcire i danni ambientali causati dalla guerra.

Un altro pilastro è il ruolo dell’informazione, definita una vera e propria ‘infrastruttura pubblica essenziale’. Gli Stati si impegneranno a rendere disponibili dati affidabili su inquinanti, stato della biodiversità e rischi climatici, migliorando la digitalizzazione dei sistemi e rafforzando i registri PRTR, che tracciano le emissioni industriali. La trasparenza è vista come uno strumento concreto di inclusione, specie per le comunità più vulnerabili.

Il messaggio finale è chiaro: una transizione ecologica imposta dall’alto, senza un reale coinvolgimento dei cittadini, è destinata a fallire. Le politiche su energia, uso del suolo e industria devono essere accompagnate da consultazioni pubbliche efficaci e dalla possibilità di ricorrere alla giustizia. Solo processi decisionali inclusivi possono garantire scelte pubbliche di qualità e sostenibili nel tempo.

La Dichiarazione di Ginevra si collega direttamente agli impegni internazionali, come l’Agenda 2030, il Green Deal europeo e l’accordo globale sulla biodiversità. L’obiettivo è trasformare questi patti globali in azioni concrete sui territori, ribadendo che senza democrazia ambientale, non può esistere una vera protezione del pianeta.

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