MILANO (LaPresse) – Solo il 20% degli italiani crede che sia importante votare cittadini onesti come candidati politici per combattere la corruzione. Il 23% non denuncia perché ritiene l’essere corrotti un fatto normale. Sono i dati, inquietanti, emersi dall’ultima ricerca di Libera – Nomi e numeri contro le mafie. In occasione della Giornata internazionale contro la corruzione che si celebra il 9 dicembre.
Il record negativo di Calabria, Basilicata e Sicilia
La Calabria è la regione dove più alto è il numero di cittadini a conoscenza di persone che hanno ricevuto o offerto tangenti. Quasi un cittadino su due, seguita dalla Basilicata con il 44% e la Sicilia con il 39,2%. Il focus si basa sul rapporto LiberaIdee, ricerca sociale con oltre 10mila persone intervistate e oltre 100 interviste a rappresentanti di associazioni di categoria.
Giornata contro la corruzione, il bilancio al Sud
Se al Sud solo l’8% degli intervistati ritiene la corruzione poco diffusa o totalmente assente, la percentuale diventa del 34% nel Nord Est. In Campania quasi 4 su 10 intervistati non denuncia perché ritiene la corruzione un fatto normale. Alla radice della visione disincantata sull’ampiezza del fenomeno si collocano spesso esperienze personali. Circa il 30% degli intervistati da Libera ha incontrato in prima persona o tramite conoscenti richieste indebite di tangenti o altri favori. Percentuale che anche in questo caso lievita a circa il 40 per cento nelle regioni del Sud, dove è quasi doppia rispetto al Nord-est.
Trentino, 1 su 2 ritiene il fenomeno assente
Secondo la mappa regionale della percezione e presenza della corruzione, un intervistato su due in Trentino ritiene il fenomeno poco diffuso o totalmente assente, percentuale che diventa del 43% per il Friuli Venezia Giulia. Di riflesso una percentuale da prefisso telefonico caratterizza le risposte dei siciliani: solo il 2,5% pensa che la corruzione sia poco diffusa o pressoché assente, stessa percentuale nel Lazio. E’ la Campania la principale regione dove gli episodi di corruzione non vengono denunciati, ritenuti un fatto nomale dal 37,85 degli intervistati, seguita dalla Basilicata con il 29,4 % e Puglia con il 29,8%.
Il mondo della politica
E’ la sfera politica il principale bersaglio selettivo della sfiducia. Il distacco è evidente soprattutto nei confronti della politica più ‘distante’, basti pensare che la percentuale di sfiducia verso gli amministratori locali quasi si dimezza (il 28,5%). Colpisce il divario generazionale: circa il 60 per cento dei giovani al di sotto dei 25 anni ritiene corrotti i propri governanti nazionali, percentuale che decresce nella fasce d’età superiori fino a dimezzarsi per gli over 65. Il 17% degli intervistati ritengono le stesse forze di polizia coinvolte nella corruzione.
“Nonostante arresti e condanne le mafie appaiono in buona, in certi casi ottima salute. Sono cambiate in generale le strategie prevalentemente utilizzate: pochi spargimenti di sangue e tanta corruzione”, commenta Alberto Vannucci, ufficio di presidenza di Libera e professore di Scienza politica all’Università di Pisa. Vannucci punta il dito contro il “mondo di mezzo tra classe dirigente e criminalità”, e avverte: “Non si possono contrastare efficacemente le mafie senza bonificare la palude della corruzione, quel terreno inquinato di relazioni opache che permette ai mafiosi di penetrare nei gangli vitali della società”.
di Ester Castano