CAIVANO – Una nuova realtà criminale a Caivano. Un vero e proprio inedito: finora quel clan non si era mai spinto così tanto verso i confini con la provincia di Caserta. Ma la camorra, si sa, è un ‘organismo’ mutevole, capace di cambiare pelle e adattarsi ai tempi che corrono. E alle esigenze, soprattutto, dettate dal momento. A Caivano starebbero avanzando gli Amato–Pagano, il clan di Melito nato dalla storica (e sanguinaria) scissione dalla cosca dei Di Lauro di via Cupa dell’Arco, nel cuore di Secondigliano. Gli scissionisti avrebbero messo piede a Caivano all’indomani della cattura dello storico boss Antonio Angelino (nella foto), stanato al termine di un breve periodo di latitanza (un mese esatto) lo scorso 8 luglio, intercettato dai carabinieri a Castelvolturno, dove si nascondeva. Da quando Angelino (che a giorni affronterà il banco di prova del Riesame) è tornato dietro le sbarre, gli ‘spagnoli’ di Melito starebbero occupando fisicamente Caivano. Come? Imponendo il pizzo ai grossi imprenditori. Le richieste sarebbero esose. Servono tanti soldi contanti per i carcerati e per le loro famiglie. E così starebbe dunque cambiando lo scacchiere malavitoso dell’area nord. Gli Amato-Pagano sono una presenza costante ad Arzano, ma questa parte della provincia, il cuscinetto al confine con l’area atellana e l’hinterland casertano, risente da sempre dell’influenza criminale del clan Moccia di Afragola, abile negli anni a tessere una solida ragnatela con uomini di fiducia piazzati nei vari comuni dell’area. I narcotrafficanti di Melito a Caivano potrebbero, quindi, puntare ad allungare inoltre i propri tentacoli sul Parco Verde, tra le piazze di spaccio più ricche d’Italia e d’Europa. Ad oggi chi ha la forza (non solo militare) di fermare l’espansione degli Amato-Pagano? I Moccia sono ormai su altri binari. I Sautto-Ciccarelli sono estinti, al loro posto c’erano i Gallo-Angelino, poi il blitz di giugno. Ecco perché gli scissionisti, allo stato attuale, hanno campo libero.
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