Gli investigatori: i lavori alle scuole di Capua ostacolati da Magliocca per antipatie politiche. Nocerino chiese aiuto a Zannini per appianare lo scontro

Dal presidente presunte pressioni sui dirigenti provinciali in vista delle Regionali

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CASERTA – Fermare chi piega il proprio ruolo istituzionale a fini che nulla hanno a che fare con il bene della comunità: è l’obiettivo primario delle indagini sulla pubblica amministrazione. Si tratta di inchieste delicate, in grado di incidere e condizionare gli scenari amministrativi tracciati dai risultati elettorali, ma che non prendono il via (né mai dovrebbero farlo – e sarebbe un disastro pensarlo) in modo discrezionale, magari per logiche politiche. Se vengono attivate, invece, è perché gli inquirenti raccolgono materiale meritevole di approfondimento. E nel caso dell’attività investigativa su Giorgio Magliocca, ormai ex presidente della Provincia di Caserta e sindaco di Pignataro Maggiore, a fornirlo alla Procura di Santa Maria Capua Vetere sono stati Antonio Scialdone, sindaco di Vitulazio, e soprattutto le conversazioni captate dai carabinieri mentre indagavano il mondragonese Giovanni Zannini, consigliere regionale. Ascoltando alcune conversazioni di quest’ultimo, i militari dell’Arma del Nucleo investigativo di Aversa sono riusciti a tracciare anche parte del quadro politico in cui Magliocca, ipotizza l’accusa, si sarebbe mosso fino al giorno delle perquisizioni che hanno ufficializzato l’inchiesta a suo carico (era il 24 ottobre scorso),

Un quadro in cui il mondragonese, sostengono gli investigatori, da alleato del pignatarese avrebbe avuto una fortissima ingerenza. Tesi che i carabinieri hanno offerto ai magistrati Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano (titolari dell’inchiesta) supportandola con diverse intercettazioni, tra cui una tra il consigliere regionale e Rosaria Nocerina (non indagata), assessore comunale a Capua.
La chiacchierata, datata 8 luglio 2024, verteva su una presunta diatriba in corso tra il primo cittadino capuano, Adolfo Villani (estraneo all’inchiesta), e Magliocca, riguardante una convenzione tra Comune e Provincia riferibile al Piano nazionale di ripresa e resilienza per eseguire lavori presso alcuni plessi scolastici.

Stando alla ricostruzione fatta dai militari, Magliocca, per poca simpatia politica nei confronti di Villani, avrebbe in qualche modo (come, però, non viene esplicitato) intimato all’ingegnere Paolo Madonna (estraneo all’inchiesta), capo di dipartimento dell’area tecnica della Provincia, di non firmare l’autorizzazione per realizzare i lavori a Capua, ritardando così in maniera arbitraria l’iter procedurale. Circostanza che, se dovesse dimostrarsi veritiera, andrebbe a inserirsi tra le ipotizzate azioni intraprese dall’allora presidente per raggiungere obiettivi non squisitamente istituzionali (anche se in questo caso specifico i carabinieri non ravvedono profili di illegalità).

Il confronto tra Zannini e Nocerina affronta, con spirito quasi profetico, anche una mossa politica che Magliocca aveva in mente all’epoca ma che sta concretizzando in questi giorni: la candidatura alle regionali con Forza Italia. Infatti, il mondragonese dice all’assessore di Capua che l’allora presidente aveva intenzione di scendere in campo con il partito berlusconiano e che quindi vedeva nella sua persona “un pericolo enorme”, ritenendo che potesse candidarsi proprio con Forza Italia. Ma Zannini chiarisce alla Nocerina di aver più volte rassicurato Magliocca sul fatto che lui era deluchiano e sarebbe rimasto con il governatore Vincenzo De Luca.

Il vedere trasformarsi Zannini da alleato a un potenziale competitor nello stesso partito avrebbe spinto, in quel periodo, il pignatarese ad avere una visione manichea, dividendo la Provincia, usando le parole – intercettate – del mondragonese, in “chi sta con Giovanni e chi contro”, e ciò rendeva l’amministrazione di Capua, in quel frangente, un’avversaria (perché aveva Nocerino e altro schierati con il mondragonese). “È una dinamica – dice il consigliere regionale all’assessore – che in questo momento non vede Giorgio nella veste di presidente imparziale”.

Secondo i carabinieri, la Nocerino – sintetizzano – aveva contattato Zannini affinché intervenisse per appianare i dissapori tra Magliocca e Capua. E il mondragonese, dopo aver dato una stoccata all’assessore, tacciandola di essersi mossa con eccessivo protagonismo nella vicenda, accettava la richiesta per risolvere gli screzi.

Se i militari dell’Arma inseriscono questa conversazione (che a primo acchito sembra distanziarsi dall’obiettivo primo delle inchiesta sulla pubblica amministrazione) tra gli atti di indagine è perché ritengono che faccia emergere come l’allora presidente della Provincia di Caserta avesse cominciato ad approfittare del proprio ruolo istituzionale per influenzare alcuni dirigenti provinciali e avviare la sua campagna elettorale.

Ad oggi, a Magliocca, che, ripetiamo, si è dimesso sia da guida della Provincia che da sindaco, la Procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Pierpaolo Bruni, contesta il reato di corruzione: secondo l’accusa, avrebbe sfruttato i suoi ruoli istituzionali per far affidare ai dirigenti degli enti che dirigeva appalti a società disposte a sponsorizzare la squadra di calcio dove giocava uno dei suoi figli (non indagato). Gli inquirenti sostengono anche che avrebbe beneficiato di una fuga di notizie proprio dalla Procura, che lo aveva messo al corrente dell’inchiesta a suo carico quasi un anno prima delle perquisizioni scattate quattro mesi fa.

Zannini, invece, è indagato per corruzione in relazione al suo presunto intervento per non far perdere un mega finanziamento da oltre 10 milioni di euro – erogato da Invitalia – agli imprenditori Griffo (della società Spinosa) e per aver aiutato l’amico Alfredo Campoli a ottenere appalti dal Comune di Teano. Accuse che, logicamente, vanno inquadrate in indagini ancora in corso e che, in quanto tali, potrebbero anche far emergere nel loro prosieguo, l’estraneità dei due politici ai reati contestati. Magliocca e Zannini sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.

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