‘Gloria’ – nome di fantasia – era una 78enne trevigiana malata terminale di cancro, morta domenica nella sua casa dopo essersi somministrata da sola il farmaco fornitole dall’Asl per porre fine alla sua vita. Si tratta della seconda persona in Italia ad aver scelto di porre fine alle proprie sofferenze con l’aiuto alla morte volontaria, resa legale nel 2019 a particolari condizioni dalla sentenza della Corte costituzionale sul caso Cappato-Antoniani. È anche la prima italiana ad aver ottenuto il farmaco dall’azienda sanitaria locale.
Spiega l’associazione Luca Coscioni: “La procedura di suicidio medicalmente assistito è avvenuta sotto il controllo medico del dottor Mario Riccio, consigliere generale dell’associazione Luca Coscioni. Nel 2006, aveva assistito Piergiorgio Welby ed era stato il medico di fiducia di Federico Carboni, il primo italiano un anno fa ad aver chiesto e ottenuto, il 16 giugno 2022, l’accesso alla tecnica”.
Il via libera definitivo da parte dell’azienda sanitaria regionale e dal Comitato Etico alla verifica delle condizioni per poter accedere al suicidio medicalmente assistito di ‘Gloria’ era arrivato il 30 marzo scorso. L’Asl aveva dunque accertato che ‘Gloria’ possedeva tutti i requisiti previsti dalla sentenza 242/19 della Consulta: aveva autonomamente e consapevolmente deciso di procedere con l’aiuto alla morte assistita; era affetta da una patologia irreversibile che le procurava sofferenze intollerabili; i trattamenti con ‘farmaci antitumorali mirati’ costituivano sostegno vitale. Il 19 maggio aveva ricevuto conferma sul farmaco e sulle modalità per la morte volontaria. La donna aveva prima chiesto a Marco Cappato informazioni per andare in Svizzera e poi, una volta appreso che avrebbe potuto procedere in Italia, ha scelto di morire nella sua casa.
A ‘Gloria’, sottolinea l’Associazione Luca Coscioni, “è stata risparmiata una fine che non avrebbe voluto, grazie alle regole stabilite dalla Consulta e grazie alla correttezza e all’umanità del sistema sanitario veneto e delle istituzioni regionali presiedute da Luca Zaia“.
Il Veneto è la prima Regione d’Italia ad aver raggiunto, e poi depositato, la soglia delle firme necessaria per poter portare la proposta di legge regionale sul suicidio assistito in Consiglio regionale. Sono infatti oltre 7.000 i cittadini veneti che hanno sottoscritto il testo di ‘Liberi Subito’, la proposta di legge regionale elaborata dall’Associazione Luca Coscioni per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria su cui si stanno raccogliendo le firme anche in Piemonte, Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia. (LaPresse)