Governo, alta tensione tra M5S e Lega. Di Maio: “Non si abbassa la guardia”

Il fragile equilibrio del governo pentaleghista avanza a suon di stoccate tra i due vicepremier

in foto Luigi Di Maio

MILANO – I rimborsi per i risparmiatori truffati delle banche, la posizione traballante del ministro dell’Economia, i cantieri da sbloccare. Non c’è giorno che passi senza uno scontro nel governo gialloverde. E i nervi sono tesi.

Governo, il fragile equilibrio tra Lega e M5S

Tanto che quella frase attribuita a Luigi Di Maio dopo il Consiglio dei ministri sul dl crescita approvato ‘salvo intese’, ovvero “Il problema non è Tria. Il problema è la Lega: vuole prendersi tutto”, la dice lunga sull’insofferenza del Movimento al cospetto degli alleati di via Bellerio, che si sono messi alle spalle il 17% delle ultime elezioni politiche e sono arrivati quasi a ribaltare gli equilibri della maggioranza.

Di Maio non abbassa la guardia

Il capo politico del M5S è consapevole del fatto che la strada, se non in salita, di sicuro è scoscesa e su Facebook manda un messaggio ai suoi: “Abbiamo iniziato un lavoro e adesso lo dobbiamo portare a termine. Non è il momento di abbassare la guardia, anzi è il momento di tirare fuori tutte le nostre energie. Io lo faccio ogni giorno, so che lo fate anche voi”.

La stoccata al collega Salvini

E poi un’altra stoccata all’alleato di governo, Matteo Salvini: “Poche parole e affrontiamo questo momento con il massimo della serietà non con questi slogan, al solito, ‘si blocca il Paese’, ‘troppi no'”. Il riferimento è alla nota della Lega che si è scagliata contro gli alleati dopo il Cdm di giovedì. Anche perché – ci tiene a ribadire Di Maio – in quelle quattro ore di Consiglio dei ministri di giovedì “io ci stavo, 4 ore a lavorare sul decreto crescita”. Mentre, lascia intendere chiaramente il vicepremier M5S, Matteo Salvini era assente. Anche se impegnato a Parigi per la riunione dei ministri dell’Interno del G7.

Tensioni in vista delle Europee

I toni subiscono ogni giorno che passa un’impennata e, con l’approssimarsi delle elezioni europee, Di Maio marca la differenza e si dice preoccupato dalla “deriva di ultradestra a livello europeo con forze politiche che faranno parte del gruppo con cui si alleerà la Lega, che addirittura, in alcuni casi, negano l’Olocausto”. Parole che fanno rumore dette dal vicepremier pentastellato da Milano, dove a pranzo, dopo l’incontro in Assolombarda e prima del pomeriggio alla Camera di commercio, ha reso visita a Davide Casaleggio, alla vigilia della convention di Ivrea.

Le due anime del governo gialloverde

Insomma, “tra noi e la Lega ci sono molte diversità e, quando vengono fuori, vanno raccontate agli italiani ma non perché vogliamo dire quanto siamo diversi da loro, ma perché le parole hanno un valore”. Chiaro, no? Intanto, è in alto mare l’intesa sul tema infrastrutture. Tanto che dal Mit arriva una stoccata all’alleato leghista. “Rispetto a quanto dichiarato dal vicepremier Salvini sulla necessità che il Governo acceleri su porti, treni e aeroporti e cantieri in genere, si fa notare – segnalano fonti del ministero guidato da Danilo Toninelli che soltanto grazie all’intenso lavoro di questo ministero e del Governo si stanno sbloccando in queste settimane cantieri importantissimi, dalla Sicilia al Piemonte, che erano fermi da anni”.

Il nodo sul decreto sblocca-cantieri

E non solo. Per quanto riguarda il decreto sblocca-cantieri, le stesse fonti sottolineano che “le gestioni commissariali consentiranno di spingere sull’acceleratore per almeno 22-23 miliardi di euro di infrastrutture tra Rfi e Anas, con un beneficio aggiuntivo sul solo 2019 di circa 2 miliardi e mezzo e una leva considerevole sull’indotto. Siamo, dunque, di fronte a uno sforzo – è il ragionamento – che non può consentire di etichettare questo come il ‘Governo dei no’, tutt’altro. Un’azione che utilizza responsabilmente i soldi dei cittadini, a meno che non si voglia sostenere che le opere vanno fatte tanto per spendere i soldi invece dell’esatto contrario”.

(LaPresse/di Luca Rossi)

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