Governo, Meloni ottimista: “Vogliamo un’Italia che pensi in grande”. Contatti con il Colle

Foto Mauro Scrobogna / LaPresse Nella foto: Giorgia Meloni

Un altro pomeriggio trascorso nel suo ufficio alla Camera impegnata ad approfondire con i suoi collaboratori i dossier economici più importanti, a partire dal caro energia, “per essere pronti il prima possibile”. Dopo la giornata di ieri, passata lontano da Montecitorio per l’esecutivo nazionale del partito in via della Scrofa, Giorgia Meloni torna a fare il punto della situazione con il suo inner circle (da Crosetto a Fazzolari passando per La Russa, Lollobrigida e Donzelli).

Arrivando alla Camera la presidente di Fdi si dice “molto ottimista”, smorzando la polemica sorta col premier Mario Draghi sull’attuazione del Pnrr: “Non mi pare che ci sia uno scontro – dichiara – però il governo scrive nella Nadef che entro la fine dell’anno noi spenderemo 21 miliardi dei 29,4 che avevamo, e quindi lo diciamo con spirito costruttivo per dire che dobbiamo fare ancora meglio”.

Secondo quanto riportano fonti parlamentari, però, le interlocuzioni con Palazzo Chigi non sarebbero state le uniche avute in questi giorni dalla Meloni. Da registrare infatti anche quelle con il Colle nei giorni scorsi, riferiscono le stesse fonti, spiegando che nella fase attuale sono comunque fisiologici contatti tra Sergio Mattarella e le forze politiche. Forze che nel centrodestra devono ancora trovare la quadra tra figure tecniche e politiche per riempire tutte le caselle dei ministeri, e su questo si sta concentrando ora Meloni per riunisce a confezionare con Lega e Forza Italia “una squadra di alto profilo che metta al centro della sua azione la difesa dell’interesse nazionale e dei cittadini. Vogliamo un’Italia che torni a pensare in grande”. E per partire col piede giusto la leader di Fdi dovrà giungere a un’intesa con Matteo Salvini che, dopo il federale nella Capitale, è tornato a Milano.

Per il segretario della Lega da registrare in giornata gli incontri con il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e il titolare del Mise Giancarlo Giorgetti, quest’ultimo accostato alla presidenza della Camera se alla fine quella di Palazzo Madama dovesse finire a Fdi (con Ignazio La Russa). Per Montecitorio, in questo caso, ci sarebbe però in pista anche Forza Italia, che chiede pari trattamento e potrebbe puntare sul responsabile dei dipartimenti, Alessandro Cattaneo.

Quello legato alla presidenza delle Camere, che si riuniranno per la prima volta il 13 ottobre, resta il primo nodo da sciogliere nel centrodestra, ma non l’unico. Salvini infatti, pur avendo ‘ammorbidito’ i toni nei giorni scorsi (“sono pronto a un incarico di governo” ha affermato senza tirare in ballo il Viminale) attende adesso di confrontarsi con Meloni dopo aver messo sul tavolo i desiderata del partito: Interno, Agricoltura, Riforme (in chiave autonomia), Trasporti e Giustizia.(LaPresse)

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