ROMA – La crisi giallo-verde negli ultimi giorni è diventata sempre più consistente, nonostante le speranze dei grillini di cercare di tenere in piedi la scintillante baracca, con rinunce importanti, prima su tutte la Tav. Ora la crisi è ‘parlamentarizzata’, non si può più deviare. Matteo Salvini dal pulpito di Sabaudia ha spiegato le ragioni del possibile divorzio, che sembra sempre più imminente. Il consenso per ‘il capitano’ cresce, lo sa bene, e potrebbe non avere più bisogno del M5S, che ormai è solo una zavorra. E il tal senso spunta anche l’ipotesi di tornare al voto, questa volta per prendersi tutto.
Mozione bocciata e incontro con Conte
Lo strappo c’è stato in Aula, con il no alla mozione del M5S sulla Tav, contraria all’opera. Poi Salvini ha incontrato il premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, organizzando subito un pubblico comizio in piazza a Sabaudia. Sull’ipotesi di rimpasto il vicepremier del Carroccio si dice scettico: “Non sono fatto per le mezze misure, o le cose si possono fare per intero, oppure star lì a scaldare la poltrona non fa per me e si torna al voto. Non mi interessano rimpastini o rimpastoni, le idee non valgono due poltrone, se le cose non si possono più fare è inutile andare avanti“. Da questo momento la Lega prende le redini o si torna alle urne, ad ottobre.
Di Maio Tace e annulla gli impegni
Salvini ha annullato tutti gli impegni istituzionali della giornata, tranne l’appuntamento in piazza a Pescara, con il fedele elettorato. Lo stesso ha fatto anche il leader dei pentastellato Luigi Di Maio, che dall’annuncio di divorzio di ieri si è chiuso in un religioso silenzio. In queste ore si gioca tutto, tornare alle urne per i Movimento sarebbe una disfatta. La speranza di tener vivo il rapporto si poggia sulla mancata “nostralgia del passato” di Salvini per Forza Italia. Ma potrebbe essere troppo poco.
