Governo, Urso: “Gli imprenditori sono eroi, dobbiamo aiutarli”

Le parole del neo ministro delle Imprese e del Made in Italy

Adolfo Urso (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

MILANO – “Chi fa impresa oggi in Italia è un eroe e va sostenuto e premiato, non ostacolato o disturbato. E aver chiamato il Mise con il nuovo nome di Ministero delle imprese e del Made in Italy significa innanzitutto porre finalmente al centro della politica del governo l’azione di supporto, facilitazione, tutela e accompagnamento delle attività produttive italiane”. Lo ha detto in un’intervista a QN il neo ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Per Urso “stiamo entrando in una nuova fase recessiva. Ma questo comporta che oggi più che mai dobbiamo sapere che la linea del fronte è quella che devono presidiare le nostre imprese per invertire la tendenza e riprendere la strada della crescita. La nostra missione diventa tanto più essenziale”.

“Dobbiamo rispondere alla congiuntura con tutti gli strumenti di sostegno sul fronte dei costi energetici che serviranno e che si stanno approntando, ma dobbiamo avere una visione strategica – prosegue il ministro – . E questa passa da più azioni per una sovranità tecnologica, una maggiore autonomia possibile per energie e materie prime, la sburocratizzazione dell’apparato regolatorio, incentivi efficaci per gli investimenti, la difesa delle produzioni strategiche”.

Urso è anche favorevole all’uso dei poteri della golden power a tutela delle imprese italiane. “Quattro anni fa la golden power contro interventi stranieri ostili verso le nostre imprese poteva essere utilizzata solo verso soggetti extra-europei e nei settori della sicurezza dello Stato. Oggi, anche grazie al mio impulso di vice-presidente e di presidente del Copasir, il raggio di azione è stato largamente ampliato, da Mario Draghi (che non è un noto protezionista), nei confronti delle imprese anche europee e di ampi settori produttivi. E, dunque, noi procederemo su questa strada perché siamo favorevoli a investimenti esteri e anzi li vogliamo attrarre, ma devono essere funzionali alla crescita e non operazioni rapaci per sottrarci tecnologie”, ha concluso.

(LaPresse)

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