La Grecia vira a destra: vince Mitsotakis

(Photo by ANGELOS TZORTZINIS / AFP)

ATENE – La Grecia dice addio all’era Tsipras e vira a destra. Nelle elezioni anticipate convocate dal premier uscente a seguito della batosta delle europee, i conservatori di Kyriakos Mitsotakis, stando agli exit poll, hanno stracciato il partito di Alexis Tsipras, ottenendo il 40% dei voti contro il 28,5% di Syriza. Mitsotaki dovrebbe dunque essere il nuovo primo ministro: Tsipras lo ha chiamato per congratularsi e ha riconosciuto la sconfitta. I conservatori di Nuova democrazia avrebbero 167 dei 300 seggi da cui è composto il Parlamento, mentre Tsipras potrebbe arrivare a 82 (contro i 144 che aveva nel Parlamento uscente).

Tre anni dopo avere preso le redini del partito conservatore, il 51enne Kyriakos Mitsotakis, percepito come un riformatore, vicino agli ambienti d’affari, ha promesso di “rilanciare l’economia” e di “lasciare la crisi alle spalle”. Nella sede di Nuova democrazia, i militanti festeggiano e dicono che “si volta pagina”. L’elezione di Mitsotakis segnerà il ritorno al governo greco delle famiglie di politici, tradizione che era stata interrotta da Tsipras con il suo arrivo alla guida del Paese a 40 anni: è infatti il rampollo di una delle principali famiglie politiche della Grecia. Oltre che figlio dell’ex premier Constantine Mitsotakis, uno dei parlamentari che hanno prestato servizio più a lungo nel Paese, è anche fratello della ex ministra Dora Bakoyannis, prima donna a ricoprire l’incarico di sindaco di Atene. Il nuovo sindaco della capitale Costas Bakoyannis, eletto a maggio, è nipote di Mitsotakis.

Tsipras, la cui figura di giovane leader della sinistra radicale era emersa in una Grecia in pieno caos per la crisi del debito e l’austerità imposta dai creditori della Troika, a gennaio del 2015 aveva portato una ventata di speranza fra i cittadini travolti da fallimenti e piani sociali. Ma ciò che i critici gli rimproverano è di avere tradito gli elettori effettuando un voltafaccia, costretto ad accettare un piano di salvataggio con misure rigide per evitare l’uscita di Atene dalla zona euro. Una cosa che i 10 milioni di elettori chiamati alle urne non gli hanno perdonato.

Dopo la batosta alle europee il leader di Syriza, il cui mandato da primo ministro si sarebbe concluso a ottobre, ha tentato una mossa rischiosa: ha indetto elezioni anticipate in piena estate, le prime del genere dal 1928, sperando di ribaltare a suo favore l’ondata di malcontento. Il volto della sinistra greca radicale però, abituato a rimettere in gioco la sua maggioranza, stavolta sembra avere perso la scommessa. “Abbiamo applicato una politica finanziaria impopolare e pro-banche”, ha confidato ad AFP Nikos Xydakis, ex deputato di Syriza ed ex ministro della Cultura, riconoscendo che il suo partito aveva fatto “troppe promesse”.

Terzo partito della nuova Vouli, questo il nome del Parlamento, risulterebbe Kinal, nato sulle ceneri del partito socialista Pasok, che otterrebbe una decina di seggi. Poi ci sarebbero i comunisti e il partito MeRa25 dell’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, che otterrebbe fra il 3% e il 5%. Quanto al partito neonazista Alba dorata e ai nazionalisti di Soluzione greca, potrebbero non riuscire a superare la soglia di sbarramento del 3%.

(LaPresse/AFP)

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