Grillo, a Tempio si va verso il rito ordinario: Ciro e gli amici rischiano da 6 a 12 anni

Si va verso il rito ordinario per il processo a Ciro Grillo e ai tre amici Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza, nell'estate del 2019, nella residenza estiva di Beppe Grillo a Porto Cervo, in Costa Smeralda.

CAGLIARI – Si va verso il rito ordinario per il processo a Ciro Grillo e ai tre amici Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza, nell’estate del 2019, nella residenza estiva di Beppe Grillo a Porto Cervo, in Costa Smeralda. Questo è l’orientamento emerso dalla lunga riunione fra i legali dei ragazzi (Ernesto Monteverde, Enrico Grillo, Gennaro Velle, Romano Raimondo, Alessandro Vaccaro e Mariano Mameli) e le famiglie, che si è svolta per oltre quattro ore non senza momenti di tensione, anche se alla fine la scelta è stata unitaria proprio per non spaccare il fronte della difesa. A confermare la decisione, il fatto che i legali non abbiano depositato la richiesta di ricorrere al rito abbreviato entro il termine previsto che scadeva ieri, 20 ottobre, negli uffici della cancelleria penale del tribunale di Tempio Pausania, in Sardegna, titolare dell’inchiesta per competenza territoriale. Nessuna comunicazione dunque al giudice Caterina Interlandi, che aveva chiesto una decisione sull’eventuale ricorso al rito alternativo entro il 20 ottobre. Un termine non perentorio, che lascia qualche altro giorno di tempo agli avvocati per poter cambiare idea, cosa che però imporrebbe di depositare in tempi brevissimi documentazione aggiuntiva da far esaminare al gup entro il 5 novembre prossimo, data in cui è stata fissata l’udienza preliminare. Se invece la decisione restasse quella di oggi, in caso di rinvio a giudizio si andrebbe al processo ordinario con testimoni, prove, interrogatori e dibattito.

La scelta del rito abbreviato avrebbe consentito agli imputati lo sconto di un terzo della pena, che col rito ordinario va dai 6 ai 12 anni di carcere.

A chiedere il rinvio a giudizio dei 4 ragazzi è stato il procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, titolare dell’inchiesta insieme al sostituto procuratore Laura Bassani, da qualche mese trasferita al Tribunale dei minorenni di Sassari.

I fatti risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019, e si svolsero nella lussuosa villa estiva in Sardegna del comico genovese e fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo. Secondo quanto raccontano le due ragazze coinvolte nella presunta violenza di gruppo, dopo una serata trascorsa a ballare e bere in uno dei locali vip di Porto Cervo, Ciro Grillo invitò le ragazze a seguire lui e gli amici nella villa di famiglia, e lì si sarebbe consumata la violenza su una delle due ragazze, mentre all’altra i giovani avrebbero soltanto scattato foto oscene mentre dormiva, ritrovate poi nei telefonini degli imputati.

L’inchiesta ha avuto un gran clamore mediatico per la presenza nella vicenda del figlio del fondatore dei 5 Stelle. Lo stesso Beppe Grillo è intervenuto l’estate scorsa con un video in cui difendeva suo figlio, suscitando non poche polemiche proprio per il fatto di essere entrato a gamba tesa durante un’inchiesta giudiziaria in corso.

Gli imputati hanno sempre respinto le accuse e hanno sempre sostenuto la tesi del rapporto sessuale consenziente.

di Sara Panarelli

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