Guardia alta sulle minacce ai cronisti

Vertice in Prefettura, sul tavolo i casi del direttore di Cronache Bertone e del giornalista Tallino

Il prefetto Castaldo, il presidente dell'ordine dei giornalisti, Ottavio Lucarelli, e Maria Bertone, direttore di Cronache

NAPOLI – La prefettura, così come il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, presta massima attenzione alle minacce nei confronti dei giornalisti. Lo ha detto il prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo ieri mattina, nel corso della riunione di coordinamento delle forze di polizia che ha visto l’audizione del segretario campano dell’Ordine professionale Ottavio Lucarelli. Al tavolo, con il dirigente dell’ufficio di Governo, il questore Andrea Grassi e i comandanti provinciali dei carabinieri Manuel Scarso e della guardia di finanza Nicola Sportelli. Secondo quanto notato da Castaldo, i giornalisti devono rivolgersi con fiducia alle forze di polizia quando captano dei segnali di pericolo per la loro attività. Alcune misure vengono prese direttamente dal prefetto, mentre per i livelli di attenzione più alti (quelli che richiedono servizi di scorta e altre misure drastiche) la struttura territoriale del ministero dell’Interno segnala la situazione all’Ufficio centrale interforze per la Sicurezza personale (Ucis). Il questore Grassi ha ricordato che le segnalazioni di situazioni a rischio per gli operatori dell’informazione vengono analizzate con cura nel comitato interforze e che anche in questa sede l’attenzione sulla Campania e su Caserta è massima.

Da parte sua, Lucarelli ha notato che, a livello nazionale, le minacce ai giornalisti diminuiscono, ma la Campania resta un’area critica, in particolare nelle province di Napoli e Caserta. Il presidente ha evidenziato i due casi che riguardano “Cronache” e che sono monitorati dalla Prefettura: il direttore responsabile Maria Bertone è stata minacciata dal boss dei Casalesi Giovanni Cellurale con una lettera dal carcere dove era recluso. Per questo motivo Cellurale è stato condannato a un anno e mezzo di detenzione. C’è poi il caso del cronista Giuseppe Tallino: il boss mondragonese Augusto La Torre è sotto processo per avergli indirizzato delle frasi dove era ravvisabile una minaccia, ipotesi di reato poi derubricata in diffamazione. La prima udienza a carico di La Torre è in programma a dicembre al tribunale di Ivrea.

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