CITTA’ DEL GUATEMALA (Ciro Iavazzo) – E’ arrivato a toccare quota 75 il bilancio delle vittime provocate dalla terribile eruzione di domenica del vulcano Fuego, nel sudovest del Guatemala. Un numero destinato ad aumentare con il passare delle ore, con oltre 190 dispersi e interi paesini completamente spazzati via dalla lava. E’ impossibile al momento identificare i cadaveri: il riconoscimento è avvenuto infatti solo per 17 di loro. E’ probabile che alcune delle persone che risultano scomparse, siano invece fra i 75 decessi accertati. Si procederà con l’analisi del dna.
Un’ecatombe simile a quella di Pompei
Come l’ormai storica eruzione del Vesuvio che distrusse le città di Pompei ed Ercolano, quella del Fuego è stata una vera e propria ecatombe. Ceneri e lava hanno portato morte e distruzione: uno scenario raccapricciante quello disegnato dai testimoni, che hanno raccontato di ‘vere e proprie statue di cenere riverse al suolo’. Procedono intanto le difficili operazioni di soccorso per la più violenta eruzione degli ultimi 40 anni. Innumerevoli disagi nelle città maggiormente colpite, Los Lotes ed El Rodeo, dove manca persino l’elettricità. Le operazioni vanno avanti fino al tramonto, entrando nelle case ricoperte di cenere e fango nella speranza di trovare sopravvissuti. Più tempo passa, meno possibilità ci sono.
I residenti: non sapevamo dell’emergenza
Come accade spesso dopo una tragedia, scatta il valzer delle imputazioni. I residenti delle aree maggiormente devastate dall’eruzione del vulcano hanno puntato il dito contro le autorità locali colpevoli, a loro dire, di non aver avvisato tempestivamente i cittadini di evacuare le città. In molti hanno raccontato di essersi accorti di quanto stava succedendo solo quando lo hanno visto con i propri occhi. L’istituto di sismologia e vulcanologia del Guatemala ha fatto sapere che i flussi del Fuego hanno raggiunto oltre i 700 gradi centigradi.