I 5 Stelle affondano la flat tax, Salvini: “E’ nel contratto”. E’ scontro senza esclusione di colpi nel governo

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA – In amore, spesso, quando si inizia a litigare poi ci si lascia. E ‘l’amore’ tra Lega e 5 Stelle è tormentato. Questa volta a far litigare i due partner di governo è uno dei provvedimenti principi della Lega e di Matteo Salvini: la flat tax. Di ieri la simulazione del Tesoro, che aveva stimato in circa 60 miliardi di euro il costo della misura. Di oggi la correzione del leader del Carroccio, che ha tuonato così: “Sono numeri strampalati“. Ma lo scontro è serio, sul tema sono intervenuti diversi esponenti pentastellati a cominciare da Luigi Di Maio, contrari alla flat tax. Non è crisi di governo ma il governo è in crisi, ancora una volta.

La flat tax è nel contratto, Salvini: “Non siamo al Superenalotto”

Non siamo al Superenalotto. I numeri li contiamo con più precisione“, ha attaccato Salvini ai microfoni di Rtl.  “Per la prima fase della flat tax per le famiglie, per un primo colpo sostanzioso, non per tutti ma per tanti, servono 12-15 miliardi. Sarebbe una rivoluzione epocale“, ha aggiunto. Anche il sottosegretario alle infrastrutture Armando Siri, il ‘padre’ della flat tax ha rilanciato, spiegando che la la flat tax familiare è fattibile, fa parte del contratto di governo e che presto la illustrerà a Di Maio.

Di Maio: no a promesse improponibili alla Berlusconi

Ma la crepa nella diga della maggioranza si è già aperta e si allarga ogni giorno di più. “Sulla flat tax familiare l’importante è non fare facili promesse alla Silvio Berlusconi. Da rappresentanti dello Stato non dobbiamo dimenticarci di avere delle responsabilità nei confronti dei cittadini“, l’affondo di Di Maio, che ha colto la palla al balzo per attaccare la Lega. Per il ministro pentastellato Barbara Lezzi intervenuta ai microfoni di Radio 24 “la flat tax costa 60 miliardi di euro e il nostro Paese non se li può permettere, dunque è una promessa che non si può mantenere“.

Zingaretti all’attacco: “E’ una teoria da Paperon de’ Paperoni”

Nella mischia si è lanciato anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti. “La flat tax é una bufala senza spazi fiscali per sostenerla, l’hanno subito fatto capire a Salvini. L’insofferenza viene dagli imprenditori del Nord che hanno capito la mutazione genetica della Lega, che per prendere voti in tutta Italia paralizza il Paese“, ha attaccato il segretario Pd Nicola Zingaretti ai microfoni di Radio Capital. “Serve la progressività delle imposte, non l’illusione che se i ricchi hanno più soldi spendono di più. Queste sono le teorie di Paperon de’ Paperoni, non di Paperino e Qui Quo Qua“.

Salvini e i malcontenti del Nord: non può cedere sulla flat tax

Ma la questione è ormai politica. Al di la della questione costi, i toni usati dai 5 Stelle hanno il sapore della vendetta nei confronti del partner che vola nei sondaggi. Uno spazio politico aperto per ritornare a dettare l’agenda. Mentre per Salvini resistere sul tema flat tax è essenziale. Innanzitutto cedere significherebbe abiurare ad una promessa cardine della Lega. In seconda battuta, soprattutto al Nord, è in corso un mutamento di equilibri che preoccupa il Carroccio. Confindustria lombarda, da sempre con la Lega, in questi messi è all’attacco per la questione Tav, così come molti industriali del lombardo-veneto non sono contenti dei numeri sull’economia e delle tasse in aumento. In ultimo, ma non ultimo, Roberto Maroni ha già paventato la creazione di un partito del Nord, mentre i leghisti di Verona sono scontenti della manifestazione voluta dal ministro Fontana sulla Famiglia. Cedere su un punto cardine del programma per Salvini vorrebbe dire aprire un fronte interno nella sua roccaforte.

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