Un breve racconto d’estate. Firmato da uno che si chiama Alain Elkann. Per i più giovani, basta consultare Wikipedia per capire chi è, il sedicente “inesistente” “signore con i capelli bianchi”, “marziano venuto da un altro mondo”. L’elegante uomo di lino vestito, munito di cartella in vero cuoio e stilografica che in una lettera pubblicata da uno dei tanti quotidiani di famiglia, la Repubblica, chiama “Lanzichenecchi” i giovani sguaiati, modaioli e “senza orologio” incontrati nel vagone di prima classe di uno dei treni di Luca Cordero di Montezemolo.
Nato a New York, figlio di un banchiere e industriale francese e della discendente di un’altra famiglia di banchieri, strettamente legati a Mussolini durante il fascismo. Ma anche marito, dal 1975 al 1981, di Margherita Agnelli, figlia dell’Avvocato Gianni con la quale ha avuto tre figli: John, Lapo e Ginevra.
E qui, sulle parentele, casca l’asino (sia lungi dalle parole l’offesa). Perché sarebbe interessante capire, considerato l’amore per la letteratura del nostro Alain che cita Manzoni e Marcel Proust, quale “nomignolo” sceglierebbe per il figlio Lapo. L’eccentrico giovanotto emulo di nonno Gianni (e non solo per l’orologio sopra il polsino) le cui mirabolanti avventure non sfigurerebbero in un’opera shakespeariana o in un romanzo di Dostoevskij.
E chissà quale personaggio letterario gli ricorda il primogenito John, presidente della multinazionale dell’automotive Stellantis e amministratore delegato di Exor. Il capo di un impero imprenditoriale che, dopo aver munto per bene le casse dello Stato italiano (parliamo di miliardi di euro nel corso di decenni, compresi gli aiuti per il Covid e i soldi incassati per la produzione di mascherine) ha trasferito in blocco le proprie sedi legali all’estero, per ragioni fiscali. E che ha già provveduto a smantellare buona parte degli impianti produttivi italiani, con buona pace di decine di migliaia di operai. I bene informati dicono che presto anche la Juve, altro gioiello di famiglia, non sarà più italiana. Venduta allo straniero.
Non deve essere un caso, d’altra parte, se nella generale opera di dismissione delle “zavorre” italiane, la famiglia Agnelli/Elkann ha prima deciso di liberarsi del quotidiano “La Stampa”, vendendolo al gruppo Gedi dei De Benedetti, per poi riprenderselo dopo qualche anno insieme a Repubblica, Secolo XIX e tanti altri. Come diceva un vecchio adagio, il silenzio è d’oro e gli Elkann, con l’oro, hanno una certa familiarità.
Ora, tutto questo discorso ci riporta al punto d’inizio. La famiglia Elkann è di origini straniere e guarda caso la più grande industria automobilistica europea, che una volta era italiana, oggi, dopo aver ricevuto miliardi di euro dallo stato italiano, è nelle mani dello straniero. I Lanzichenecchi erano soldati mercenari stranieri che giunti in Italia depredavano le città e seminavano sventure. Tutto ciò considerato, chi sono i Lanzichenecchi?