I migranti e la ‘guerra’ con Malta: “Non ci salvarono, ma ci spinsero verso l’Italia”

Le carte dell'inchiesta sul salvataggio di 190 migranti in acque Sar Maltesi dello scorso 16 agosto

ROMA – Per Matteo Salvini la procura di Catania ha chiesto di archiviare tutte le ipotesi di reato contestategli sul caso Diciotti. Dalle presunte violazioni di trattati internazionali al sequestro di persona. Ma dalle carte al vaglio del tribunale dei Ministri emerge un atteggiamento ai limiti dell’umano da parte di Malta. L’isola avrebbe preso scelte che, se non fosse intervenuta la guardia costiera, avrebbero potuto costare la vita a 190 migranti.

A raccontarlo, come riporta un articolo di Antonio Massari, giornalista de Il Fatto Quotidiano, è uno dei sopravvissuti a quell’odissea. Aphem Fishea ha ripercorso le tappe di quella traversata del 16 agosto scorso. Ha sostenuto che i maltesi dissero loro che non li avrebbero diretti sull’isola, ma guidati verso l’Italia, nonostante la presenza di malati e le condizioni non buone delle imbarcazioni su cui viaggiavano gli extracomunitari.

Dopo 24 ore che le barche con i migranti hanno seguito quella maltese si sarebbero trovate sole. “Il mare – ha spiegato Aphem – era molto agitato, la nostra barca di legno imbarcava molta acqua… temevamo di affondare… trascorso poco tempo siamo stati avvicinati da una nave italiana che, senza chiederci nulla, ci ha salvati”.

Le ore successive, stando alle trascrizioni di messaggi e conversazioni tra capitaneria di porto, capo di gabinetto del Viminale e Malta, emerge la volontà di La Valetta di non contribuire a salvare e a portare nel loro porto quelle navi in pericolo. Gli italiani, ha chiarito il tribunale dei Ministri, ha fatto trasbordare i profughi in acque Sar Maltesi sulla Diciotti per le “gravi e plurime violazioni” commesse da Malta. E proprio Malta aveva tentato di spingere i barconi verso le acque italiane per accollare le responsabilità a Roma.

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