CASERTA – Non piace ai ristoratori l’idea di un green pass obbligatorio che solleva più problemi di quanti non ne risolva: dai controlli da effettuare alla effettiva quantità di cittadini vaccinati, gli esercenti di pub, ristoranti e pizzerie non vedono di buon occhio il provvedimento. “Purtroppo questa misura va a penalizzare soltanto i ristoratori – sono le parole di Gaetano Ciontoli del pub BarbeQ – La situazione è peggiorata. Il nostro auspicio era quello di poter finalmente lavorare in pace. Invece stanno continuando con questo volerci martoriare. A venire colpiti siamo sempre noi della ristorazione e del turismo. In ogni caso non ci sono provvedimenti di alcun tipo: non c’è alcuna considerazione dei nostri problemi”.
“Il problema è l’incertezza di base – sono le parole di Antonio Iuliano della pizzeria Donna Sophia – che secondo me sta alla base di tutta la discordia che si sta creando. Perché viene chiesto in un ristorante e non in un supermercato? I ristoratori sono stati presi di mira e dovrebbero . Come per gli assembramenti, noi non possiamo diventare ‘tutori dell’ordine’. Purtroppo è tutto gestito male. Viene scaricato sugli esercenti. Non dobbiamo essere noi d imporlo ai nostri clienti e dipendenti. Le istituzioni, se vogliono, devono renderlo obbligatorio per tutti. Ci sono falle incomprensibili, usando la stessa misura per tutti, imponendolo se necessario”. “A pesare non è se il green pass – sono le parole di Ivan Ferraro della pizzeria Tre Farine – è obbligatorio o meno. Si tratta della gestione: come bisognerà effettuare i controlli e in che modo bisognerà farlo capire ai clienti. Ci sono stati innumerevoli provvedimenti fino ad oggi e ci adegueremo anche a questo ennesimo tormentone”.
Dal capoluogo alla provincia sono in molti ad avere rimostranze nei confronti di un provvedimento che non sembra prendere in considerazione i problemi dei ristoratori. “Dobbiamo mettere dei buttafuori all’ingresso? – sono le parole di Antonella Pagliaro della Pizzeria del Sole – Saremo costretti a litigare una sera sì e l’altra pure. Ci saranno problemi. Immaginate se applicassero lo stesso criterio nei supermercati. Cosa dovrebbe fare la gente, non fare più la spesa? Già se chiediamo la carta d’identità sono in molti a rispondere male. Per noi sono soltanto altri problemi dopo che già, per oltre un anno, abbiamo lavorato in condizioni assurde”.