Idea Tridico: ridurre l’orario di lavoro per aumentare l’occupazione

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse in foto Pasquale Tridico

ROMA – Tagliare le ore da passare in ufficio, per nuove assunzioni. Nel dibattito economico italiano spunta un leit-motiv degli anni ’70, tornato di moda nel Nord Europa. A lanciarlo è il nuovo numero 1 dell’Inps, Pasquale Tridico. “La riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario, può essere una leva per ridistribuire ricchezza e aumentare l’occupazione“, spiega alla Sapienza di Roma, durante una lezione alla Facoltà di Economia. Secondo il prof, che è anche papà del reddito di cittadinanza, “in Italia siamo fermi all’ultima riduzione dell’orario dal 1969, non ci sono riduzioni da 50 anni e andrebbero fatti”.

Il motivo è presto detto

Gli aumenti di produttività “vanno distribuiti o con salario o con un aumento del tempo libero: con questa riduzione, aumenterebbe l’occupazione”. Il tutto sarebbe ovviamente da ricondurre in uno scenario generale dove devono essere ridotti i livelli di disuguaglianza.

Il vicepremier Luigi Di Maio a Porta a Porta, commenta la proposta dell’economista

“E’ un tema che merita approfondimento, sia con le imprese sia con le rappresentanze dei lavoratori: il professor Tridico porta avanti questa tesi da anni”. Di sicuro, “una cosa su cui concordiamo, in questo governo, e che dobbiamo portare avanti è il salario minimo orario”, aggiunge.

Accolte 114mila domande

Passando al fronte previdenziale vero e proprio, la nuova Inps continua a lavorare pancia a terra per la riforma pensionistica e il reddito di cittadinanza. E proprio riguardo la misura bandiera della Lega, l’istituto di previdenza ha fatto sapere che nel primo trimestre 2019 sono state accolte circa 114mila domande di pensione di vecchiaia ed anticipata.

Un incremento, rispetto all’analogo periodo del 2018, di oltre il 14%

I dati sulla liquidazione delle pensioni, si aggiunge da Via Ciro il Grande, smentiscono alcune ricostruzioni di organi di stampa secondo cui ci sarebbe una presunta precedenza assegnata alle domande di Quota 100, confermando che l’impegno dell’Inps nella liquidazione delle pratiche abbraccia tanto le ‘ordinarie’ pratiche di vecchiaia ed anticipata, quato quelle pratiche per quota 100.
(LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome