NAPOLI – E’ notizia di questi giorni l’attività distruttiva rappresentata da un particolare tipo di coleottero che ha già causato ingenti danni in America e in altri paesi dell’Europa e che ora minaccia le foreste del Trentino Alto Adige.
Apparentemente innocuo e minuscolo, questo insetto rappresenta attualmente una grave emergenza per le foreste dell’Italia settentrionale. Il bostrico – è questo il suo nome – è infatti in grado di rosicchiare la corteccia degli alberi, scavare all’interno del tronco e sospendere così l’apporto di sostanze nutritive, arrivando ad uccidere la pianta in poco tempo.
Gli studi a riguardo sono in corso, ma è certo che i cambiamenti climatici in atto hanno accelerato la diffusione di questi insetti. Molto ha a che fare con la siccità persistente ormai da mesi nel nostro Paese, che indebolisce gli arbusti. Un’altra faccia della stessa medaglia è rappresentata dalle temperature sempre più calde che il Belpaese vive (se consideriamo il fatto che siamo a un passo da novembre e le temperature sono praticamente vicine a quelle estive), che impediscono che le larve di questo coleottero muoiano durante l’inverno. Bisogna considerare che la temperatura superficiale globale è aumentata di circa 0,74 ° C negli ultimi 100 anni e il decennio 2000-2009 è stato il più caldo mai registrato. Gran parte del riscaldamento globale è dovuto al rilascio di anidride carbonica in atmosfera, e il cambiamento climatico ha effetti diversi che variano geograficamente. Non tutte le specie studiate fino ad oggi hanno evidenziato cambiamenti nella fenologia in risposta al riscaldamento, ma in generale i ricercatori sono concordi nell’affermare che i cambiamenti climatici abbiano effetti importanti sulla vita degli insetti. Sebbene sia materia di studio piuttosto lunga e tortuosa, dal momento che coinvolge un numero davvero molto alto di parametri (le specie di insetti sono milioni e vivono negli ambienti più disparati, con preferenze climatiche e microclimatiche molto variabili da specie a specie), si ritiene comunque che il riscaldamento globale, con la conseguenza di temperature più miti in aree un tempo climaticamente meno favorevoli, influenzerà l’andamento delle popolazioni di un certo numero di specie. Un fattore che agisce direttamente sulla sopravvivenza di questi insetti, sul tempo in cui tali specie riproducono una intera generazione, sulla fecondità e sulla capacità di disperdersi. Oggi risulta importante capire meglio gli effetti della varianza ambientale sugli insetti, poiché il riscaldamento globale è espresso non solo come un incremento nella temperatura media annuale, ma anche come un incremento nella frequenza di eventi estremi, come ad esempio le ondate di calore. Risulta quindi importante studiare come un cambiamento improvviso nella temperatura, persino per un periodo di tempo limitato, influisce sulle prestazioni degli insetti. In secondo luogo, gli insetti subiscono dei cambiamenti quotidiani nella temperatura, a volte in un periodo di tempo molto breve, quindi le temperature annuali o persino mensili, a cui solitamente ci si riferisce in questi studi, possono essere poco pertinenti. In terzo luogo, gli insetti hanno una durata della vita più breve rispetto alla maggior parte dei vertebrati, e quindi persino degli eventi estremi relativamente brevi possono avere delle conseguenze significative per le prestazioni e la risposta degli insetti.
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Il clima minaccia la vita degli insetti
A rischio anche le foreste italiane: il Trentino alle prese con i coleotteri killer