NAPOLI – E’ la stagione dei fichi, frutti gustosissimi dalle mille proprietà. Dal frutto alle foglie, passando per “il latte” del fico non si butta via niente, tanto che rappresenta una soluzione ottima ed ecologica per contrastare una serie di problemi. Scopriamone i segreti.
UN FRUTTO PREZIOSO
I gustosi frutti assunti in quantità hanno un effetto lassativo. Sono inoltre indicati nella cura di bronchiti croniche, raffreddore, laringiti e tracheiti, e consigliati come dieta per reintegrare l’acqua negli stati febbrili. Oltre che mangiati come frutto posso essere assunti “a caldo”, con un decotto. Per prepararlo occorre far bollire per circa mezz’ora 50 grammi di fichi secchi in un litro di acqua. Trascorso questo tempo il miscuglio va filtrato e poi bevuto per godere delle proprietà naturali del fico.
FOGLIE DIURETICHE
Le grosse foglie essiccate sono tra gli ingredienti perfetti per una gustosa tisana. Hanno proprietà diuretiche e leggermente lassative, per questo sono utilissime per il nostro benessere quotidiano. Per preparare la tisana bisogna mettere in infusione circa 30 grammi di foglie di fico essiccate e sminuzzate grossolanamente in un litro di acqua bollente e lasciar riposare per quindici minuti. Il tutto va poi filtrato e gustato caldo, ma la bevanda può essere anche conservata in una bottiglia di vetro in un luogo fresco e asciutto e consumata fredda.
LATTE DI FICO
E’ detto latte di fico (lattice), quel liquido biancastro che fuoriesce dai frutti acerbi. Una volta distaccati i frutti dalla pianta viene prodotta una secrezione di colore bianco, visibile sia sul fico che sul ramo, che viene chiamata popolarmente “latte”. Questo nettare viene impiegato per molti usi. In passato veniva impiegato per far cagliare il latte nella produzione di formaggi artigianali e spesso veniva aggiunto al tuorlo d’uovo nella preparazione del legante per la tempera all’uovo. Il lattice risulta un buon rimedio naturale per eliminare le verruche ma deve essere utilizzato con cautela, per evitare di subire irritazioni, anche forti, sulla pelle. L’applicazione sulla puntura d’insetto attenua il dolore. In passato era diffusa la credenza che aiutasse ad abbronzarsi. Invece, l’applicazione estesa del lattice sulla pelle, esposta alla luce solare intensa, può comportare ustioni, anche gravi.
VARIETà da proteggere
I presidi dono comunità di Slow Food che lavorano ogni giorno per salvare dall’estinzione razze autoctone, varietà di ortaggi e di frutta, pani, formaggi, salumi, dolci tradizionali e molto altro. Si impegnano per tramandare tecniche di produzione e mestieri. Si prendono cura dell’ambiente. Valorizzano paesaggi, territori, culture. Sono tre le varietà da proteggere in Italia.Il primo viene dalla Campania ed è il fico monnato di Prignano Cilento. I produttori hanno sviluppato una tecnica particolare, che non si ritrova in nessun’altra area di produzione di fichi essiccati (sia in Italia sia in tutto il Mediterraneo): i produttori sbucciano i fichi prima di farli essiccare (per questo i frutti sono detti monnati, ovvero mondati, puliti, nel dialetto locale). La mondatura avviene subito dopo la raccolta ed è eseguita a mano, avendo cura di non incidere la polpa del frutto. Poi in Toscana c’è il fico secco di Carmignano: i suoi frutti (siconi) appena raccolti sono aperti longitudinalmente con un coltello appuntito, collocati su stuoie di “canniccioni” e sottoposti al fumo di zolfo che imbianchisce la buccia. Raggiunta la completa essiccazione, i fichi secchi, aperti e “grumati”, sono sovrapposti per formare le picce dalla caratteristica forma a otto. Infine in Abruzzo c’è il fico secco reale di Atessa. I frutti sono raccolti uno ad uno a mano, e poi sono posti in essiccatoi tradizionali, fatti di piccole canne (cannizzi) legate tra loro. Quando sono asciutti e ancora morbidi al tatto vengono tagliati, farciti con un gheriglio di noce, richiusi e infornati per una decina di minuti: una volta raffreddati sono riposti con foglie di alloro in un luogo buio ed asciutto.
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