Il papa agli studenti: “Sì all’inclusione. Lottate contro il bullismo”

Il pontefice ha ricordato che le nuove tecnologie possono aiutare, ma se se ne abusa diventano un ostacolo

(Photo by Tiziana FABI / AFP)

CITTA’ DEL VATICANO – Un messaggio alle giovani generazioni per l’inclusione e il dialogo, a partire dalla scuola. Ricevendo in udienza gli studenti del Liceo classico statale Ennio Quirino Visconti di Roma, in occasione dell’Anno giubilare aloisiano, papa Francesco ha elogiato la scuola come “bene di tutti” che deve restare “una fucina nella quale ci si educa all’inclusione, al rispetto delle diversità, alla collaborazione”.

No al bullismo, sì all’inclusione sociale

Quindi, niente bullismo: “Nel vostro istituto non ci siano guerre né aggressioni, tanto dolore mi fa vedere quando in qualche scuola c’è il bullismo, lottate contro questa aggressività che è seme di guerra”. Bergoglio ha esortato i ragazzi a non aver paura della diversità, perché “il dialogo tra diverse culture arricchisce la patria, ci fa andare avanti guardando una terra per tutti, non soltanto per alcuni”.

Un uso consapevole delle nuove tecnologie

E perché ci possa essere dialogo le nuove tecnologie possono aiutare, ma se se ne abusa diventano un ostacolo. “Liberatevi dalla dipendenza dal telefonino”, è allora il monito di Francesco, che riconosce che il cellulare “è un grande aiuto e un grande progresso, va usato, è bello che tutti sappiano usarlo, ma se diventi schiavo del telefonino perdi la tua libertà. È bello comunicare, ma se il telefonino diventa droga c’è il pericolo di ridurre la comunicazione a contatti, e la vita non è contatti, è per comunicare”.

Il messaggio del papa agli studenti

Bisogna saper anche stare in silenzio, non avere paura di stare da soli, e curare la vita affettiva, dove sono essenziali due dimensioni: il pudore, l’amore “non in modo sfacciato”, e la fedeltà.

L’amore e la solidarietà sono i pilastri della vita

Ma amare non è solo un’espressione del vincolo affettivo di coppia o di amicizia forte, bella e fraterna. “Una forma concreta dell’amore è anche l’impegno solidale verso il prossimo, specie i più poveri”, perché “il volontariato è una delle cose più belle che ha l’Italia”. C’è tanto bisogno di giovani che sappiano agire anteponendo il bene comune agli interessi personali, “senza lasciarsi trascinare dal carrierismo e dal dio denaro”.

(LaPresse/di Silvia Caprioglio)

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