Il Ppe è stufo di Berlusconi: annullato il vertice a Napoli

Il Ppe è stufo di Berlusconi: annullato il vertice a Napoli
Il Ppe è stufo di Berlusconi: annullato il vertice a Napoli

NAPOLI “Da premier non sarei mai andato da Zelensky”. Con queste parole Silvio Berlusconi (foto Lp), ancora una volta, ha messo in imbarazzo il governo di cui fa parte e che è presieduto dalla sua alleata Giorgia Meloni. Stavolta, però, in Europa non l’hanno proprio mandata giù l’ennesima uscita a vuoto del Cavaliere. E per quelle parole Napoli ha perso una grande occasione di diventare vetrina di un importante appuntamento politico. “A seguito delle dichiarazioni di Silvio Berlusconi sull’Ucraina abbiamo deciso di annullare le nostre giornate di studio a Napoli . Il supporto per l’Ucraina non è facoltativo. Antonio Tajani e Forza Italia nel Ppe hanno il nostro pieno sostegno. Proseguiamo la collaborazione con il governo italiano sui temi dell’Unione Europea”, ha annunciato il presidente del Partito Popolare Europeo Manfred Weber.  Alla convention erano attesi, tra gli altri, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, oltre a 200 eurodeputati, 5 primi ministri, e persino Bill Gates, il magnate che ha inventato Microsoft, uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo. E invece, a Napoli, ci verranno, se lo riterranno, in vacanza, perché dal 6 al 9 giugno il Palazzo Reale non ospiterà più gli Study Days. E pensare che l’organizzazione era ormai ai dettagli e che lo stesso Berlusconi avrebbe fatto da ‘padrone di casa’ nello stesso scenario in cui ha vissuto momenti chiave delle sue avventure da premier, come il G7 del 1994 o come la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla mafia, a novembre nello stesso anno, quando ricevette un avviso di garanzia nell’ambito di Mani Pulite che fece deflagrare l’appena nato centrodestra. In Italia Berlusconi dice di tutto e di più e anche gli alleati di governo fanno spesso finta di non sentire o minimizzano. Stavolta, in Europa, le sue parole non sono state accettate come una boutade. Sulla guerra c’è poco da scherzare e diversi membri del Ppe da diversi Paese europei avevano cominciato a parlare di un boicottaggio riguardo l’evento napoletano, dopo la presa di posizione del leader di Forza Italia. Immediata la levata di scudi degli esponenti locali e nazionali del partito, da Fulvio Martusciello ad Annarita Patriarca, da Francesco Silvestro ad Antonio Tajani. Ma la decisione di Weber ha fatto male e lasciato il segno. Anche perché per la prima volta da quasi 30 anni qualcuno fa una dichiarazione in cui Berlusconi è da una parte e Forza Italia da un’altra. E c’è un altro elemento che non deve sfuggire. Mentre gli esponenti del Pd non si sono fatti sfuggire l’occasione di attaccare il Cavaliere, gli alleati sono rimasti in religioso e imbarazzato silenzio. Non un bel segnale. Che a Forza Italia non è sfuggito, dato che già nel pomeriggio gli azzurri hanno chiesto al governo di accogliere le loro proposte sul decreto Superbonus o di non portarlo al voto di fiducia. Posizione grave, pesante, a poche ore dal Consiglio dei ministri. Il Ppe ha posto un argine. Bisognerà ora capire fino a quando Giorgia Meloni resisterà alla tentazione di fare lo stesso.

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