NAPOLI – Non la movida violenta e nemmeno le baby gang, ma resta la camorra il primo problema del territorio napoletano. Pensieri e parole del questore Alessandro Giuliano, che ieri mattina ha incontrato la stampa per il consueto appuntamento con i saluti istituzionali di fine anno. La violenza dilagante tra i giovani “è un fenomeno – ha precisato ai cronisti presenti nell’aula Vadalà della caserma Nino Bixio – che non rappresenta un’emergenza in quanto, appunto, non emerge nell’ultimo periodo. Piuttosto, si può parlare di realtà strutturale”.
Il disagio sociale
Un problema che affonda le radici nelle condizioni di marginalità in cui vivono i ragazzi nati e cresciuti in alcuni contesti sociali da sempre critici. “Non è certo una buona notizia – ha rimarcato Giuliano – ma per me non si tratta di un’emergenza, bensì di un dato strutturale. La presenza di minori dediti alla commissione di reati, e non parlo soltanto di rampolli di camorra ma di ragazzi che sono abbandonati a loro stessi, senza spazi di aggregazione, temo sia un problema strutturale di tipo sociale, da affrontare non solo con indagini e repressione, ma offrendo maggiore vicinanza alle famiglie in difficoltà e a questi ragazzi”.
La ricetta è la scuola
Servono collaborazione tra le parti e attività che partano dal basso, dalla vita di tutti i giorni, dalle piccole attenzioni quotidiane. Il questore Giuliano una ricetta ce l’ha. Per lui sarebbe opportuno “controllare se i ragazzi vanno a scuola ogni giorno”, ad esempio, e quindi seguirli in maniera costante. Specie i giovani a rischio. In tal senso va il suo pensiero nei confronti del mondo dell’istruzione: “Onore ai dirigenti scolastici per l’impegno e gli sforzi profusi”. Dal canto suo, la polizia non fa mai mancare il suo apporto: “Con le nostre attività di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole privilegiamo sempre territori che presentano queste criticità, ad esempio i quartieri di Ponticelli e Pianura, dove parliamo di bullismo e cyberbullismo agli studenti. Siamo dell’idea che si debba lavorare lì, negli istituti scolastici”. Non è soltanto una ‘semplice’ questione di interventi di Volanti della polizia, insomma.
Attenzione massima contro i clan
Tornando alla camorra, “l’attenzione è sempre massima”, ha assicurato Giuliano, che ha colto l’occasione per esaltare il brillante lavoro investigativo svolto dalla polizia di Stato e culminato nei recenti blitz contro il clan Mazzarella e contro le cosche di Ponticelli, quasi cento arresti nel giro di una settimana: “Attività di indagine durate anni”, ha sottolineato, ‘missioni’ chirurgiche e in sordina che hanno consentito alle forze dell’ordine, di concerto con la Procura distrettuale (alla quale vanno gli elogi del questore), di assicurare alla giustizia i principali interpreti delle guerre di camorra che hanno insanguinato le strade della città negli ultimi tempi.
Un clima pesante
Il clima a Napoli è pesante, è inutile girarci intorno. Tra agguati, bombe e incendi dolosi alle attività, raid che si consumano perlopiù tra la folla, il 2022 è stato segnato da diverse faide tra organizzazioni criminali, da Pianura ai quartieri orientali, passando per l’area nord e il ‘ventre molle’. Presenze costanti che offuscano la qualità di vita dei napoletani. Non soltanto degli abitanti delle periferie di una città, ha ricordato Giuliano citando il saggista Isaia Sales, dove le periferie sono anche nelle zone del centro. Non è un caso se la polizia di Stato ha voluto rinforzarsi con l’innesto di cento nuove unità. La sicurezza urbana non è una vicenda di soli numeri, ha comunque sostenuto il questore: “Perché i numeri, poi, vanno ben dislocati sul territorio”, e i cento poliziotti in più, se non organizzati bene, resterebbero semplici dati. “Al di là dei numeri dobbiamo farci carico della percezione di sicurezza dei cittadini, non possiamo ignorare le opinioni”.
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