Il regista Scaglione a “Cronache”: “Giro video per fermare il tempo”

Ha firmato la regia dell’ultimo lavoro di Enzo Gragnaniello: un omaggio alla Napoli che lotta contro la delinquenza. E dice: “L’arte educa ed emoziona, ognuno la vive come sente”

Il regista Luigi Scaglione
Il regista Luigi Scaglione

NAPOLI – Da casa sua, nei pressi di piazza Carlo III, vede Napoli svegliarsi, vivere e addormentarsi ogni giorno. Vede la terra e vede il mare, uno scorcio di mare, ma soprattutto vede la gente. E vede ‘nella gente’: è il dono più prezioso per chi fa il regista e Luigi Scaglione può ringraziare qualcuno sopra di lui per averlo ricevuto. Trentacinque anni, partenopeo doc ma con una parentesi di vita a Venezia, dove si è laureato in Arti Visive e dello Spettacolo, Scaglione si definisce artista visuale, per la sua attitudine a realizzare differenti prodotti che variano dal teatro al cinema, dal video alle installazioni artistiche. Infatti collabora a progetti teatrali e lavora come free-lance: regista, fotografo, operatore di ripresa e montatore per prodotti cinematografici e video.

Luigi, hai appena firmato la regia del video “‘A delinquenza”, tratto dal nuovo album di Enzo Gragnaniello “Lo chiamavano vient’ ‘e terra”. Raccontaci come è nata questa collaborazione.

Credo sia andata pressappoco così: Enzo Gragnaniello, Red Ronnie e Alessandra Clemente l’assessore alle Politiche giovanili stavano ascoltano uno dei brani dell’ultimo disco di Enzo. Alessandra si innamora di “’A delinquenza” e pensa che potrebbe essere un monito per la città. Così decidono di regalare la canzone a Napoli e di farla girare durante la manifestazione Giugno Giovani, pensando a un regista che amasse la città e che fosse dedito a raccontare problematiche sociali: Luigi Scaglione. E lì mi sono trovato catapultato a raccontare Napoli, questa bellissima terra. Così ho pensato di realizzare un video vero, puro, senza finzione nè veli. Una riflessione, una passeggiata tra i vicoli della città. Tra le strade dello shopping, tra la “ricchezza e la povertà”. Un video che potesse far capire a chi non è di Napoli quant’è bella e com’è la vita qui tra i vicoli e quanto è presente il mare. Amo questo progetto perché mi ha fatto conoscere Enzo Gragnaniello, una persona vera, uno “scugnizzo buono”, e Piero Gallo che vedete anche nel videoclip. E’ stato piacevole coinvolgere tante persone e qualche amico, e poi ho osato e mi sono messo in gioco anche io tra “gli attori”… è stato divertente. E permettimi di ringraziare chi mi ha aiutato a realizzarlo, ovvero Step One Productions e Oltrecielo.com.

Il brano è un omaggio ai giovani della città contro ogni forma di violenza. Necessario, in una Napoli in cui fanno sempre più notizia le babygang o fatti di cronaca come quello che ha visto protagonista la piccola Noemi?

Uno dei motivi per il quale sono tornato a Napoli è perché sentivo il bisogno di aiutare questa città, nel mio piccolo con i video. Ho creato sul mio sito internet (luigiscaglione.com) una sezione “per il sociale” nella quale ho inserito tutti i miei lavori a tema: per la pulizia della città, contro le mafie e per la legalità. Quindi credo che sia sempre necessario dare ai ragazzi una visione diversa dal loro punto di vista. Soprattutto educare.

Quindi secondo te l’arte deve avere una funzione pedagogica… o è tale solo se fine a se stessa?

Tutt’e due. Indistintamente. Entrambe le visioni devono esistere e coesistere, altrimenti sarebbe noiosa. A Venezia, nei miei anni universitari, ho toccato con mano quanto l’arte abbia un potenziale enorme, infinito. Ricordo le sperimentazioni al laboratorio di arte con Stefano Arienti. Comprendi che l’arte è tutto ed è differente in ognuno di noi la percezione. Magari quella “fine a se stessa” dà molte più emozioni. Io sono più propenso ad un’arte pedagogica, anche se non si sa mai… un giorno mi divertirò a fare follie. Ricordo che una volta, come dimostrazione artistica, ho appeso delle uova senza guscio all’interno di profilattici sugli alberi… ma l’Asìa non ha mai lavorato bene come in quell’occasione: dopo poche ore era stato tutto ripulito. Ci riproverò…

Cosa vedi quando ti posizioni dietro la macchina da presa e quale obiettivo ti poni nel raccontarlo?

Mi piace creare immagini che restino impresse nella mente. Mi piace pensare che un video “è per sempre”, resta lì immortale. Ferma il tempo. Ah, volevo aggiungere una cosa…

Dimmi pure.

Parlavo di Venezia, prima. E’ giusto dare un saluto a Lawrence Carroll con il quale ho realizzato il documentario “Freezing paiting”, ho appena appreso che è stato stroncato da un infarto. Mi dispiace molto. La vita è fatta di momenti di gioia che si alternano sempre a momenti di dolore.

Nel tuo curriculum ci sono anche numerosi cortometraggi, uno ha come tema l’importanza di un voto libero. Mai così attuale come oggi che siamo alla vigilia di una tornata elettorale…

“Il Consenso” è stato un grande progetto che ha tra gli attori Salvatore Esposito agli esordi e Antonello Cossia, che è stato per anni il mio attore feticcio. Un team bellissimo e un progetto nato durante il periodo elettorale del 2011. C’è sempre bisogno di un voto libero e coscienzioso. Oggi ancora più di ieri serve essere liberi. Serve votare chi ci rappresenterà in Europa. È difficile ma qualcuno dovrà pur farlo: attenti a chi ci vuole comprare. Non accettate “buste di caffè”, soldi o altro, ma semplicemente leggete, informatevi e votate chi veramente sentite che possa far bene.

Ti definisci ‘artista visuale’. Sei fotografo, regista, ideatore e responsabile del gruppo di produzioni artistiche Oltrecielo, lavori non solo in Italia ma anche all’estero. Dal 2014 fa parte della giuria di preselezione del Festival della TV di Montecarlo. Di quale lavoro sei più orgoglioso?

Del prossimo (ride, ndr). Mi piace pensare che il prossimo lavoro sia sempre migliore degli altri. Come diceva Filumena Marturano “ i figli so’ figli” e sono tutti uguali, quindi non ho un progetto o un film preferito, ma li ricordo tutti con grande orgoglio, dal più semplice al più complesso in termini di realizzazione. Della giuria di preselezione permanente del Festival sono molto orgoglioso. Quest’anno è il quinto anno in cui andrò e ed è sempre un’emozione ritornarci.

Hai un mito o un modello a cui t’ispiri?

Questa domanda mi ha sempre messo in difficoltà. Rubare il “buono” da tutti è la migliore risorsa da poter portare con sè. Cinematograficamente mi sono ispirato a Paolo Sorrentino. Poi ho capito che ognuno ha il suo stile e un po’ come i pittori di un tempo, seguono le tendenze, sarebbe giusto seguire le tendenze del nostro tempo. E qui viene il difficile. Seguire la tendenza moderna super veloce e social ma realizzare materiali di qualità

Progetti per il futuro? Ti vedi a Napoli o oltreconfine?

Per ora il futuro è Napoli. Poi chissà, mai dire mai, nella vita tutto può accadere. Ho da poco lanciato il mio sito internet nel quale ho raccolto tutti i miei lavori, o quasi. Ho inserito il blog nel quale darò sfogo ai miei pensieri, mi divertirò un po’. Sto scrivendo nuovi progetti e ce ne saranno delle belle, ma non anticipo mai nulla. Mi piace così parlare a cose fatte e non da fare. Quello che resta è quello che fai e quello che ho fatto è tutto, o quasi, sul web. Del resto parleremo alla prossima intervista.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome