Ilaria Cucchi non accetta l’invito: “Al Viminale solo quando Salvini chiederà scusa”

Ieri è arrivato l'invito ufficiale da parte del Ministro dell'Interno

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse Nella foto: Ilaria Cucchi

Roma (LaPresse) – “Il giorno in cui il ministro dell’Interno chiederà scusa a me, alla mia famiglia e a Stefano allora potrò pensare di andare” al Viminale. Così la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria intervistata da Skytg24, dopo l’invito di Matteo Salvini.

“Caso Cucchi, sorella e parenti sono i benvenuti al Viminale. Eventuali reati o errori di pochissimi uomini in divisa devono essere puniti con la massima severità. Ma questo non può mettere in discussione la professionalità e l’eroismo quotidiano di centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi delle forze dell’ordine”. Lo dichiara il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Il carabinieri ha detto che non ha parlato prima per paura di ritorsioni

“All’inizio avevo molta paura per la mia carriera, temevo ritorsioni e sono rimasto zitto per anni. Però successivamente sono stato sospeso e mi sono reso conto che il muro si sta sgretolando. E diversi colleghi hanno iniziato a dire la verità”. È quanto messo a verbale durante l’interrogatorio di Francesco Tedesco, il carabiniere imputato nel processo Cucchi che ha denunciato le responsabilità di colleghi e superiori coinvolti nella vicenda.

“Quando dovevo essere sentito dal pm il maresciallo Mandolini (che Tedesco riferisce di aver informato subito dopo il pestaggio di Cucchi ndr) non mi minacciò esplicitamente ma aveva un modo di fare che non mi faceva stare sereno. Mentre ci recavamo a piazzale Clodio, io avevo capito che non potevo dire la verità e gli chiesi cosa avrei dovuto dire al pm anche perché era la prima volta che venivo sentito personalmente da un pm e lui rispose: ‘Tu gli devi dire che stava bene, quello che è successo, che stava bene, che non è successo niente….capisci a me, poi ci penso io, non ti preoccupare'”.

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