Incendi, incendio nel grossetano, ospedale in tilt. Cc Forestali: maxi roghi stile Usa

Ancora focolai in Toscana, questa volta nel grossetano, dopo il grande rogo che ha divorato 900 ettari di boschi e coltivazioni sulle colline tra Massarosa e Camaiore in Versilia, a Cinigiano: le fiamme hanno bruciato il doppio di tutti gli ettari andati a fuoco in sei mesi

Foto Desiree Martin / AFP

MILANO – Ancora focolai in Toscana, questa volta nel grossetano, dopo il grande rogo che ha divorato 900 ettari di boschi e coltivazioni sulle colline tra Massarosa e Camaiore in Versilia, a Cinigiano: le fiamme hanno bruciato il doppio di tutti gli ettari andati a fuoco in sei mesi (549). Sono gli incendi che il colonnello Marco Di Fonzo, comandante del Nucleo informativo antincendio boschivo dei carabinieri forestali, chiama “i Megafire”. “Un fenomeno a cui si assiste negli ultimi 3-4 anni in Italia – spiega sentito da LaPresse – con grosse estensioni, temperature e regimi di vento fuori scala”. “È una novità – afferma il colonnello – causata certamente da siccità e temperature elevate” ma “soprattutto dai cosiddetti ‘effetti Spotting’: il ramo di un albero si stacca e viene catapultato a centinaia di metri di distanza moltiplicando il fronte di fuoco, con dimensioni fuori scala tipiche dei sistemi forestali nord Americani, non di quelli europei”. Dopo l’evento devastante per la natura, nelle ultime 24 ore sono stati messi sotto stress i cittadini e le infrastrutture critiche: a Cinigiano, in provincia di Grosseto, il paese è stato evacuato e l’incendio della notte scorsa ha causato l’interruzione delle linee telefoniche e della rete dati con disagi per l’Asl Toscana Sud Est. A Castel del Piano sono saltati gli esami radiologici, i prelievi, internet. Idem per il call center di Arcidosso con il Cup (Centro Unico Prenotazione) non raggiungibile. “Emergenza terminata – ha fatto sapere il presidente della Toscana Eugenio Giani sul finire di giornata -. L’incendio è in contenimento, gli elicotteri regionali con squadre da terra stanno intervenendo per evitare riprese dei focolai a causa del vento”. Il bilancio è di una zona interessata di circa 700 ettari. Non tutti percorsi dalle fiamme ma ancora una volta dimensioni superiori a quelle registrate nelle statistiche storiche della penisola. “Quando ho cominciato a lavorare nel settore antincendio 15 anni fa – racconta il colonnello Di Fonzo a LaPresse – un incendio che superava i 100 ettari di estensione ci preoccupava. L’anno scorso solo a Oristano in un singolo evento sono bruciati 20mila ettari”. In questi mesi i ‘Megafire’ che divorano estensioni e migliaia di ettari di vegetazione sono stati pochi in Italia. Ma ben rappresentanti da “quelli che abbiamo visto in Toscana e sul Carso”, afferma il comandante del Nucleo informativo antincendio boschivo dei forestali. Ad aumentare invece il numero di roghi: secondo i dati Effis (il Sistema d’informazione europeo sugli incendi nelle foreste) l’aumento registrato è di +170% roghi nel 2022 rispetto alla media. Diverse le spiegazioni. Siccità e temperature ma anche “riscontri dell’attività di bracconieri” che “per stanare gli animali” usano “il fuoco”. Inoltre “lo spopolamento della aree rurali e appenniniche” che “ha creato una ‘non cultura’ del bosco”. Prima “era al centro del sistema economico e sociale di quei territori” conclude il colonnello Di Fonzo con un appello alla cittadinanza: “Vediamo troppi casi di negligenza e imprudenza dietro agli incendi, causati non per dolo ma per colpa. Serve un cambio culturale: quando brucia una foresta è come se bruciasse il salotto di casa”.

LaPresse

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