Incendio ponte Industria, le paure dei cittadini: tra condotte del gas e tempi di ripristino

Un quartiere spezzato in due.

(AP Photo/Rahmat Gul)

ROMA – Un quartiere spezzato in due. E’ così che si presenta la zona tra Ostiense e Portuense, collegata dal ponte dell’Industria – chiamato dai romani ‘ponte di ferro’ – che ieri sera è andato a fuoco, per cause in via di accertamento, facendo crollare una passerella laterale che porta i cavi della corrente e dell’acqua.

Nonostante l’incendio sia stato domato e il perimetro messo in sicurezza, gli abitanti qui hanno ancora paura: lungo quel ponte, infatti, corrono anche le condotte del gas. E, sebbene un portavoce di Italgas, che si occupa del servizio di distribuzione, abbia confermato che “le valvole a monte e a valle” sono state “prontamente isolate” e “non hanno subìto danni dall’incendio né lo hanno alimentato”, la paura è comunque tangibile.

Tant’è che nel corso della mattinata un abitante del quartiere chiama un’altra volta i Vigili del fuoco dicendo di aver intravisto nuovamente delle fiamme. Allarme rientrato immediatamente, ma che dà prova dell’inquietudine che serpeggia in zona. Polizia e pompieri rassicurano tutti: curiosi accorsi per vedere con i propri occhi cos’è successo e magari fare una foto e, soprattutto, chi abita a ridosso del ponte. Non c’è alcun pericolo.

Nel frattempo, però, si materializza la consapevolezza che ci vorranno mesi prima che la viabilità venga ripristinata. Lo spiegano a LaPresse i tecnici del Comune di Roma che, dalle due della scorsa notte, sono sul ponte per un primo sopralluogo: per poter effettuare gli esami sui materiali della struttura e capire l’entità dei danni subiti, chiariscono, serve l’autorizzazione del Campidoglio. Un’autorizzazione che, in genere, arriva entro 24 ore. Ma il fatto che l’incendio sia avvenuto nel momento di transizione del sindaco, sottolineano, potrebbe allungare i tempi della perizia. E, di conseguenza, quelli di ripristino della funzionalità della struttura.

“Se bloccano il ponte sarà un dramma”, racconta a LaPresse un abitante della zona. “Ora che è finito lo smart working lo uso per andare in ufficio. Lo attraverso a piedi. E il tratto che è crollato ha sempre avuto un aspetto fatiscente. Non mi stupisce che sia venuto giù. In quarant’anni di vita, vissuti tutti qui, non ho visto dare nemmeno una mano di vernice”.

Quella della mancata manutenzione è, difatti, una recriminazione che riecheggia più volte tra chi è accorso per vedere con i propri occhi quanto è successo. “È un ponte del 1862, un ponte storico. Un grande peccato. Ma non c’è stata cura. Qualche anno fa c’è stato un altro incendio per un problema elettrico. Ma l’intervento è stato minimo. Altro che Tour Eiffel, non c’è mai stata una vera manutenzione”, conferma un altro cittadino. Un anziano, che ieri sera ha assistito all’incendio dal balcone della sua abitazione, commenta: “Non lo vedo deformato. Giusto la vernice che ha cambiato colore per via delle fiamme. Speriamo bene. Se ci tagliassero fuori dalla città per noi sarebbe una tragedia. Quel ponte ci serve”.

Di Giusi Brega

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