Inchiesta sul clan, spunta la Lucariello. Tesone: “La signora comanda tutto”

Inchiesta sul clan, spunta la Lucariello. Tesone: "La signora comanda tutto"
Inchiesta sul clan, spunta la Lucariello. Tesone: "La signora comanda tutto"

ORTA DI ATELLA – La certezza è che non ha seguito le orme del fratello Orlando Lucariello, diventato collaboratore di giustizia. La certezza è che nel 2020 ha incontrato, in diverse occasioni, personaggi con alle spalle condanne per reati connessi alla mafia (ed arrestati di nuovo lo scorso novembre). Parliamo di Mariagrazia Lucariello, moglie del ras Salvatore Mundo (ora in carcere), criminalmente attivo nella zona atellana. Se in questi anni la donna ha avuto o meno un ruolo di vertice nel clan dei Casalesi (e veniamo alle questioni non certe) è il tema dell’attività investigativa che stanno conducendo i carabinieri del Gruppo di Aversa e del Nucleo investigativo di Caserta. A loro il compito di verificare se quanto sostenuto due anni fa da Clemente Tesone, 55enne di Parete, sia vero o meno. Cosa ha detto?  Che “la signora (la Lucariello, ndr) comanda tutte le cose”. Parole che ha pronunciato al telefono con tale Domenico Leoncino, 51enne originario di Giugliano in Campania. Quest’ultimo  aveva contattato Tesone per comunicargli che avrebbe avuto un incontro proprio con la Lucariello e per l’occasione gli aveva chiesto di invitare pure tale Carmine Iovine. 

Se i carabinieri hanno ascoltato quella conversazione è perché erano impegnati ad indagare sulla riorganizzazione della cosca Bidognetti e del gruppo Schiavone, inchiesta che due mesi fa è sfociata in 37 arresti (e tra i destinatari delle misure c’era proprio Tesone, ritenuto vicino ai Bidognetti). Da quella chiamata in poi la Lucariello nell’attività investigativa dei carabinieri è comparsa altre volte. 

I militari hanno documentato alcuni suoi incontri avuti con personaggi che, stando a quanto affermato dalla Dda di Napoli, hanno avuto recentemente un ruolo operativo nel gruppo fondato da Francesco Bidognetti, alias Cicciotto ‘e mezzanotte.

Andiamo con ordine. Il 21 settembre Giosuè Fioretto, ex cognato del capoclan Cicciotto  è stato portato da due soggetti prima a casa di Nicola Garofalo Badoglio e poi da qui a Succivo dove avrebbe visto la Lucariello (sia Fioretto che Garofalo sono da novembre in cella con l’accusa di associazione mafiosa).

Il 6 ottobre successivo è Garofalo che chiama Fioretto per avvertirlo che alle 16 e 30 avrebbero dovuto vedere la moglie del ras Mundo. E non potendo rimandare la ‘convocazione’, i due decidono di posticipare di 30 minuti gli appuntamenti che già avevano preso in precedenza.

Arriviamo al 12 ottobre 2020. In questo caso il summit sarebbe andato in scena a Mugnano di Napoli, nell’ufficio di via Crispi usato da Fioretto. Ad accompagnare qui la donna fu Domenico Brancaccio, 41enne di Orta di Atella. Prima di loro erano arrivati Badoglio e Tesone. Ad accoglierli fu proprio Fioretto che accompagnò i visitatore nel luogo destinato all’incontro. Poco dopo si aggiunge al gruppo anche tale Raffaele Barbato, 62enne di Giugliano in Campania.

Lucariello, Brancaccio, Leoncino e Barbato non sono coinvolti nell’inchiesta che, lo scorso novembre, ha fatto scattare i 37 arresti, e sono da ritenere, come anche gli altri personaggi citati nell’articolo, innocenti fino ad un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome