Poteri ai Comuni, Bonaccini da Manfredi

Poteri ai comuni, Bonaccini da Manfredi
Poteri ai comuni, Bonaccini da Manfredi

NAPOLI Fuori programma per la visita in Campania del candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini. Il governatore dell’Emilia, dopo Caserta (dove ha tenuto il suo discorso all’esterno del Belvedere di San Leucio, in piedi su una sedia, perché la sala non riusciva a contenere gli oltre 500 intervenuti) e prima degli appuntamenti in provincia ha fatto infatti tappa a Palazzo San Giacomo. L’incontro è stato incentrato sulle priorità di Napoli e della sua area metropolitana, sul ruolo dei Comuni nella dinamica politico-istituzionale e sulle politiche necessarie per lo sviluppo economico-sociale del Mezzogiorno. Alla riunione ha partecipato anche il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio De Caro. “Molti i temi – riferisce una nota – su cui si è registrata una convergenza, tra cui il confronto necessario sulla riforma dell’autonomia differenziata, nell’ottica di superare il principio della spesa storica e di garantire una rinnovata e rafforzata centralità alle città; la gestione – nel confronto con il Governo – dei possibili effetti sociali delle misure di riduzione del Reddito di Cittadinanza con particolare attenzione al Sud; l’elaborazione di efficaci politiche attive per la formazione ed il lavoro da mettere in campo a Napoli, in Campania ed in tutte le regioni meridionali; il rafforzamento dei poteri dei Comuni per potenziare l’erogazione dei servizi pubblici ai cittadini”.

Sul tema carburanti il governo “avrebbe dovuto chiedere scusa agli italiani perché hanno fatto esattamente il contrario di quello che avevano propagandato” ha poi detto il candidato alla segreteria del Pd. “Dicevano – ha aggiunto – che avrebbero sterilizzato, qualcuno addirittura azzerato. In realtà, comunque, avevano detto che se fosse toccato a loro governare la benzina sarebbe scesa di prezzo. La verità è che non solo hanno tolto i benefici fiscali introdotti dal governo Draghi, ma addirittura la benzina è diventata la più cara d’Europa. Mi pare abbiamo fatto fatica a spiegarlo agli italiani, perché bastava andare a fare rifornimento e si sentivano i commenti. Quando si governa non sempre è facile, basterebbe dire la verità è non cercare giustificazioni che non reggono alla prova di quello che si è per tanto tempo sbandierato e soprattutto perché si è aperta una polemica anche nella loro maggioranza”.

E ancora: “Per risollevare il Partito Democratico serve mettere in campo una nuova classe dirigente. In tanti sono stati troppo a lungo al governo o ai vertici del partito, e da troppi anni noi non vinciamo. Abbiamo territori in cui continuiamo ad amministrare a differenza di quello che accade per le politiche, e adesso serve uno scatto, perché è vero che abbiamo perso, ma questo Paese ci insegna che si può recuperare in poco tempo”.

E le alleanze “non si fanno a tavolino, ma sui programmi, sull’idea di futuro locale. I cittadini, in quel caso, scelgono al di là delle alleanze, scelgono se sei in grado di offrire un programma che raccolga la loro fiducia. Noi non abbiamo preclusioni verso nessuno, ma allo stesso tempo non possiamo scegliere qualcuno in sostituzione di qualcun altro. Saranno i programmi a dire se si potrà stare insieme. Il congresso serve a precisare la nostra identità. Fatto questo si potrà poi parlare di alleanze”. 

“In questo Paese – ha aggiunto – è sempre capitato che alleanze nei territori non sempre coincidono con quelle nazionali”.

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