Bonaccini al capezzale del Pd spaccato

Bonaccini al capezzale di un Pd spaccato

CASERTA Il candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini ha fatto registrare una buona affluenza nella sua visita casertana, ma ha glissato sul momento di crisi vissuto dal partito in queste ore in Terra di Lavoro, con le dimissioni del commissario provinciale Matteo Mauri. Lo scontro fra l’europarlamentare Pina Picierno (ieri al fianco di Bonaccini e vicesegretario nazionale in  pectore) e il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero sulla composizione della commissione per il congresso provinciale è rimasto sullo sfondo. Peraltro, Oliviero (che è sceso in campo ufficialmente da settimane per il politico emiliano) non si è visto all’arrivo alla Reggia né durante la passeggiata in via Mazzini e si è fatto vivo solo al Belvedere di San Leucio. Ad accogliere Bonaccini all’arrivo c’erano invece, oltre alla Picierno, il deputato Stefano Graziano e il sindaco di Caserta Carlo Marino. A San Leucio Bonaccini ha tenuto il suo intervento  all’aperto, in piedi su una sedia, perché la sala del Belvedere non poteva contenere le oltre 500 persone intervenute. Fra i presenti molti sindaci della provincia, il consigliere comunale del capoluogo Andrea Boccagna e l’ex vicesindaco Franco De Michele.  

“Salgo su una sedia per farmi sentire da tutti, come nei comizi degli anni ‘70”, ha esordito divertito Bonaccini all’inizio del suo intervento. L’iniziativa è durata circa un’ora. 

Sul tema carburanti il governo “avrebbe dovuto chiedere scusa agli italiani perché hanno fatto esattamente il contrario di quello che avevano propagandato” ha poi detto il candidato alla segreteria del Pd. “Dicevano – ha aggiunto – che avrebbero sterilizzato, qualcuno addirittura azzerato. In realtà, comunque, avevano detto che se fosse toccato a loro governare la benzina sarebbe scesa di prezzo. La verità è che non solo hanno tolto i benefici fiscali introdotti dal governo Draghi, ma addirittura la benzina è diventata la più cara d’Europa. Mi pare abbiamo fatto fatica a spiegarlo agli italiani, perché bastava andare a fare rifornimento e si sentivano i commenti. Quando si governa non sempre è facile, basterebbe dire la verità è non cercare giustificazioni che non reggono alla prova di quello che si è per tanto tempo sbandierato e soprattutto perché si è aperta una polemica anche nella loro maggioranza”.

E ancora: “Per risollevare il Partito Democratico serve mettere in campo una nuova classe dirigente. In tanti sono stati troppo a lungo al governo o ai vertici del partito, e da troppi anni noi non vinciamo. Abbiamo territori in cui continuiamo ad amministrare a differenza di quello che accade per le politiche, e adesso serve uno scatto, perché è vero che abbiamo perso, ma questo Paese ci insegna che si può recuperare in poco tempo”.

E le alleanze “non si fanno a tavolino, ma sui programmi, sull’idea di futuro locale. I cittadini, in quel caso, scelgono al di là delle alleanze, scelgono se sei in grado di offrire un programma che raccolga la loro fiducia. Noi non abbiamo preclusioni verso nessuno, ma allo stesso tempo non possiamo scegliere qualcuno in sostituzione di qualcun altro. Saranno i programmi a dire se si potrà stare insieme. Il congresso serve a precisare la nostra identità. Fatto questo si potrà poi parlare di alleanze”. 

“In questo Paese – ha aggiunto – è sempre capitato che alleanze nei territori non sempre coincidono con quelle nazionali”. 

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