ROMA – Prima l’esclusione inaspettata, poi il ricorso contro una decisione non condivisa. Oggi una sentenza che ha messo la parola fine all’argomento. Le Sezioni Unite civili della Cassazione hanno infatti respinto il ricorso di un nutrito gruppo di maestri diplomati esclusi dall’insegnamento alle scuole materne.
Le posizioni degli insegnanti esclusi
È stata così confermata la sentenza del Consiglio di Stato emessa precedentemente. Infatti risalgono alla fine 2017. I ricorrenti erano stati infatti esclusi dalla graduatorie a esaurimento per le scuole materne ed elementari perché, nel caso specifico, trattavasi di insegnanti in possesso del solo diploma magistrale che non avevano partecipato alle sessioni di abilitazione o ai concorsi. In quella circostanza furono in migliaia i ‘colpiti’ da questa decisione. Migliaia di persone distrutte emotivamente dopo essere state inserite nelle graduatorie per l’immissione in ruolo nella scuola. Una trentina tra questi decisero di andare avanti per vie legali presentando il ricorso. Gli stessi, tutti diplomati magistrali, contestava nello specifico che il Consiglio di Stato avesse ecceduto nei suoi poteri togliendo valore abilitante al diploma magistrale e denunciando una lesione dei diritti fondamentali.
I motivi della bocciatura
Questo sostenendo il fatto di aver lavorato nella scuola per oltre un ventennio dopo i quali non erano stati tutelati dai giudici “contro l’arbitrio della Pubblica amministrazione”. La Suprema Corte ha però ritenuto inammissibili le motivazioni che erano state sostenute dagli insegnanti nella presentazione del loro ricorso. Secondo quanto stabilito dai giudici, infatti, la decisione “rimane entro l’ambito di interpretazione e ricostruzione di una complessa normativa”. E allora le cose, purtroppo per le persone destinatarie di questa decisione, resteranno così come sono.