Iran, folla festeggia 40 anni rivoluzione. Rohani: “Complotto Usa fallirà”

Il "complotto" degli Stati Uniti e del loro complice Israele fallirà, "i nemici non raggiungeranno mai i loro demoniaci obiettivi". Con questa promessa, il presidente iraniano Hassan Rohani ha parlato alle migliaia di persone radunate nelle strade di Teheran per l'apice dei 'Dieci giorni dell'alba

TEHERAN – Il “complotto” degli Stati Uniti e del loro complice Israele fallirà, “i nemici non raggiungeranno mai i loro demoniaci obiettivi”. Con questa promessa, il presidente iraniano Hassan Rohani ha parlato alle migliaia di persone radunate nelle strade di Teheran per l’apice dei ‘Dieci giorni dell’alba’. Ciò nel 40esimo anniversario della vittoria della rivoluzione islamica. Sotto la pioggia battente, percepita come benedizione nell’arido territorio iraniano, la folla ha riempito la piazza Azadi (libertà) della capitale. Donne con il chador, bambini vestiti con i colori nazionali, militari in divisa e religiosi con il turbante si sono raccolti nelle strade, ai cui lati erano dispiegati missili di produzione iraniana. La torre Azadi fu inaugurata nel 1971 dall’ultimo shah, Mohammad Reza Pahlavi, per i festeggiamenti dei 2.500 anni dell’impero persiano. “La presenza del popolo nelle strade” mostra “che il nemico non riuscirà” nei suoi scopi. Mentre Usa, “sionisti” e Stati “reazionari del Medioriente” tramano un “complotto” contro l’Iran, ha detto Rohani. Giorno festivo, il 22 bahman del calendario iraniano commemora il rovesciamento dello shah Pahlavi. L’11 febbraio 1979, dieci giorni dopo il ritorno dall’esilio dell’ayatollah Rouhollah Khomeini, padre fondatore della Repubblica islamica. Agli ombrelli della folla si mischiavano migliaia di cartelli e ritratti di Khomeini e del suo successore e attuale guida suprema, Ali Khamenei. Così come le consuete scritte ‘Morte a Israele’, ‘Morte all’America’, ’50 anni di sfida’. Gruppi di persone hanno anche incendiato bandiere isaraeliane e statunitensi.

Le dichiarazioni

Rohani ha fatto riferimento al conflitto con l’Iraq negli anni ’80, elogiando la forza e “la resistenza” del suo Paese: “Oggi il mondo intero deve sapere che la Repubblica islamica è infinitamente più potente che all’epoca della guerra”. E ha aggiunto: “Non abbiamo chiesto e non chiederemo mai a nessuno il permesso di aumentare le nostre capacità di difesa e di costruire qualsiasi tipo di missile”. Un’allusione all’accusa di “destabilizzare” il Medioriente lanciata da Stati Uniti ed Europa, a causa in particolare del sostegno militare e finanziario al potere in Siria, così come al movimento libanese Hezbollah. Durante le celebrazioni a Teheran è anche stata letta una dichiarazione preparata in anticipo, che ha proclamato “obbedienza indiscussa alla guida suprema, ayatollah Ali Khamenei”. Inoltre definito il presidente americano Donald Trump “un idiota”. Dopo il discorso, Rohani ha diffuso una nota in cui ringrazia il popolo iraniano, mentre il sito internet di Khamenei annuncia una sua dichiarazione per dettagliare la “seconda tappa del grande processo di universalizzazione” della rivoluzione islamica. Per Teheran, questo anniversario arriva in un periodo complicato da difficoltà economiche e tensioni con gli Usa. Le ricadute commerciali ed economiche che l’Iran sperava derivassero dall’accordo sul nucleare non si sono concretizzate. Mentre sul Paese pesa il ripristino delle sanzioni statunitensi, dopo che nel 2018 Washington si è unilateralmente ritirata dal Jcpoa del 2015. Secondo l’Fmi l’economia iraniana è entrata in recessione l’anno scorso e il Pil nel 2019 dovrebbe calare del 3,6%.

LaPresse

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