ROMA – Bankitalia lancia l’allarme sul rischio per l’Italia di un calo del Pil mentre il governo Conte contesta la previsione. Crescita o recessione? L’Istat farà chiarezza.
La previsione di Bankitalia
Per la Banca d’Italia nel 2019 il Pil passerà dall’1% passa allo 0,6%. Nessuna previsione di crescita, anzi, è possibile incappare in una recessione tecnica dovuta al fatto che gli ultimi tre mesi del 2018 fanno prevedere il segno meno, ma la conferma arriverà solo a fine mese dall’Istat. Previsione in controtendenza rispetto a quelle dei giallo-verdi.
La fiducia del governo sulla manovra
Il parere di Bankitalia indigna i pentaleghisti, certi del fatto che la crescita ci sarà grazie alle riforme previste dalla manovra. “Assicureranno al Paese una crescita sostenuta”.
Lo sfogo di Di Maio
Il vicepremier Luigi Di Maio sbotta e attacca la banca centrale. “Stime apocalittiche che arrivano da Bankitalia che ci ha lasciato le banche nelle condizioni attuali – dice – E’ strano che quando c’erano quelli di prima le stime le facevano al rialzo, con noi al ribasso. Fatto è che da diversi anni non ci prendono”. In pratica le stime non piacciono al ministro.
La crescità è assicurata
Sarà una crescita sostenuta dicono da palazzo Chigi. “Il rallentamento economico che sta investendo tutto il continente europeo necessita di una risposta coraggiosa anche in Italia – dicono da palazzo – La manovra economica, sostenuta anche dall’Ue, mantiene la sua validità”.
Palazzo Chigi convoca i sindacati
La tempistica non è delle migliori, di solito le parti sociali vengono ascoltate a lavori in corso e non a cose fatte. Ma l’attuale governo ha preferito procedere così e solo ora il premier Giuseppe Conte convoca i sindacati per un tavolo tecnico sul decretone al ministero del Lavoro guidato da Di Maio.
CGIL CISL E UIL
Chiamati ad un confronto. Il premier è pronto ad ascoltare i sindacati su reddito di cittadinanza e quota 100. “Sono sempre aperto alle occasioni di confronto e ascolto. Posso anticipare che a breve sarà attivato un tavolo tecnico presso il ministero del Lavoro, e altre interlocuzioni saranno avviate su altri temi”. Pur apprezzando l’apertura di un tavolo, la convocazione non smuove i sindacati che con Susanna Camusso confermano la manifestazione del 9 febbraio e con Annamaria Furlan che il decretone va corretto.