Jazz: esce oggi “Bell Movement”, il nuovo album del Brew 4et

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La giornata di oggi segna una nuova, importante tappa nel percorso musicale del Brew 4et, formazione jazzistica nata nel 2016 e apprezzata per la sua capacità di fondere tradizione e modernità in un linguaggio sonoro originale. Bell Movement, il secondo album del quartetto, esce sotto l’egida dell’etichetta Dodicilune e sarà disponibile in Italia e all’estero, sia nei negozi fisici sia nei principali store digitali grazie alla distribuzione di IRD e Believe Digital (l’album su Spotify).

Il Brew 4et è composto da un quartetto di musicisti eccezionali: Giuseppe Giroffi ai sassofoni, Gianluca Manfredonia al vibrafono, Luca Varavallo al contrabbasso e Alex Perrone alla batteria. Ha già conquistato palchi prestigiosi in tutta Europa, suonando in festival di rilievo come Think Jazz, Jazz Flirt, JazzIt Fest e al leggendario Blue Note di Milano. La loro musica ha attraversato tutti i confini, portandoli a esibirsi in Inghilterra, Germania, Spagna, Svizzera e Repubblica Ceca. Nel corso degli anni, il quartetto ha raccolto importanti riconoscimenti, tra cui il premio JAZZMI 2022 e il Johnny Râducanu Romania International Jazz Festival dello stesso anno.

“Bell Movement” è un disco che racconta storie attraverso il suono, un susseguirsi di atmosfere in continua trasformazione. Come sottolinea nelle liner notes Ares Tavolazzi, storico contrabbassista del jazz italiano, ciò che colpisce di questo lavoro “è l’alternanza delle situazioni sonore che accompagna tutto il cd, un lavoro fatto di larghe melodie alternate a momenti di energie completamente diverse e contrastanti. I brani si snodano nello spazio sonoro, come racconti, fatti di momenti di tensione e distensione. Ogni brano narra una storia diversa ma simile nell’intenzione compositiva. Colpisce anche la fusione sonora dei quattro musicisti, volta all’ascolto reciproco con grande disponibilità, senza protagonismi personali, con l’unico scopo di “fare musica insieme”. Alcuni brani di non facile costruzione ritmica, risultano all’ascolto molto fluidi e fruibili pur nella loro complessità e si collegano con naturalezza alle melodie ed agli assoli. La ritmica è solida, compatta e decisa, mai invadente nei confronti del solista. Il risultato è la fluidità che si può percepire nell’ascolto di ogni brano. Manfredonia e Giroffi trovano così nel supporto ritmico lo spazio ideale per potersi esprimere con maestria e sensibilità”.

L’album si apre con il brano omonimo “Bell Movement”, ispirato all’oscillazione irregolare dei rintocchi di una campana, che si traduce in una metrica in cinque movimenti. “Strawberry Tart” nasce invece dalla volontà di esplorare una confusione timbrica iniziale, che si risolve in una seconda parte più lirica e aperta all’improvvisazione. L’”Intro” di vibrafono prepara l’ascoltatore a “In My World”, una composizione bitematica in cui l’arrangiamento ha un ruolo predominante rispetto agli assoli. “Croix de Chavaux” è un tributo alla multiculturalità del quartiere parigino omonimo, dove sonorità napoletane si mescolano a suggestioni urbane, creando un contrasto di luci e ombre musicali. “Arabic Mixture” esplora il dialogo tra il Mediterraneo e il mondo arabo, intrecciando melodie orientali con spunti improvvisativi di respiro occidentale. “Song To Siren” dà risalto alla sezione ritmica, mentre “Uneven Stairs” si ispira all’irregolarità metrica di una scala incontrata dal gruppo durante un tour nel Sud Italia.

Con questo nuovo album, il Brew 4et conferma la propria vocazione alla sperimentazione e alla ricerca di un’identità sonora in continua evoluzione. Il loro linguaggio musicale si nutre di radici profonde, ma guarda costantemente al futuro, esplorando nuove possibilità espressive. “Bell Movement” è più di un disco: è un viaggio sonoro che invita l’ascoltatore a lasciarsi trasportare dal fluire imprevedibile della musica, proprio come un rintocco di campana che si propaga nell’aria, libero e inafferrabile.

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