MILANO – “L’Italia ha una grande opportunità di leadership sui cambiamenti climatici, e gli Stati Uniti sono pronti ad aiutarla. Il vostro successo sarà il successo di tutti noi”. Così John Kerry, inviato speciale per il clima del presidente Biden, in un’intervista a La Stampa. Il recente vertice sul clima voluto dalla Casa Bianca “è stato importante per due grandi motivi. Primo, è rilevante vedere che gli Usa sono tornati e lavorano con i nostri amici più cari, ma anche con gli avversari, per portare a termine questo lavoro. L’obiettivo del 50-52% entro il 2030 invia un grande segnale. Secondo, abbiamo creato un altro forum sulla strada per la COP26 di Glasgow, per consentire ad altri di seguire l’esempio e aumentare le loro ambizioni nella lotta al cambiamento climatico.
Il pensiero dell’inviato speciale per il clima del presidente Biden
Al vertice, le nazioni che rappresentano più della metà del pil globale si sono impegnate a tenere il ritmo globale di riduzione delle emissioni necessario per limitare l’aumento della temperatura terrestre a non più di 1,5 gradi, quanto gli scienziati dicono che dobbiamo fare per evitare catastrofiche conseguenze. I paesi si stanno muovendo nella giusta direzione, però c’è di più da fare, non solo da parte dei governi, ma anche dal settore privato. È possibile, e le opportunità economiche straordinarie, se lo facciamo bene”, aggiunge Kerry, “volevo vedere Di Maio durante il suo viaggio a Washington, data la funzione strategica che l’Italia ha sui cambiamenti climatici, soprattutto quest’anno, con il ruolo nella Ue, come co-organizzatrice della COP26, la presidenza del G20 e l’impegno per le politiche di transizione ecologica”.
“So che il governo Draghi ha persino creato un nuovo ministero per la Transizione Ecologica. Questa leadership è così importante. Ho davvero la sensazione che l’Italia si sia fatta avanti alla grande, e stia giocando un ruolo più ampio all’interno dell’Europa, e sulla scena globale, in modi che avvantaggiano tutti noi.
Draghi ha l’esperienza, anche sul più ampio palcoscenico europeo e globale, per sfruttare questa opportunità. Ho avuto occasione di fare un’ottima conversazione col ministro Cingolani. Crede nella scienza e porta quel tipo di rigore e curiosità che è sempre rinfrancante da vedere nella politica e nelle politiche. Sta svolgendo un ruolo chiave nella supervisione del piano italiano per dedicare 60 miliardi di euro dei finanziamenti Ue per la ripresa dalla pandemia ad una serie di iniziative verdi, tra cui l’efficienza energetica e la ricerca sull’idrogeno. Penso che farà un ottimo lavoro non solo nella gestione del suo ministero, ma anche nel mantenere il mondo concentrato sulla scienza e l’imperativo che ci presenta”.
(LaPresse)