La Nato: la guerra in Ucraina finirà solo se la Russia si ritira

CASERTA – “Non ci arrendiamo alla logica di guerra, che consuma la ragione e la vita delle persone”. Le parole del Presidente Mattarella sul conflitto russo-ucraino sono sono un faro nella nebbia, in questi giorni in cui, da più parti nel mondo, si sono levate voci preoccupatissime secondo cui Putin starebbe preparando un attacco nucleare ai danno di Kiev. Quanto c’è di vero? Lo abbiamo chiesto, tramite l’Allied Joint Force Command di Napoli guidata dall’Ammiraglio Stuart B. Munsch, direttamente alla NATO, che ha fatto sapere: “Non abbiamo rilevato alcun cambiamento nella postura nucleare della Russia tuttavia la NATO rimane vigile. Come dice chiaramente il concetto strategico della NATO, l’espansione dei nuovi sistemi distruttivi russi e, nel contempo, l’impiego di segnali nucleari coercitivi mettono alla prova la nostra sicurezza e i nostri interessi”. E’ invece il Capitano Bill Urban, portavoce del Comando Interforze Alleato di Napoli, a spiegarci nel dettaglio cosa stia accadendo ora e quali implicazioni future potranno esserci.

Gli Stati Uniti invieranno presto all’Ucraina quattro nuovi sistemi missilistici avanzati, nell’ambito di un nuovo pacchetto di aiuti militari da 625 milioni di dollari, che dovrebbe essere annunciato martedì. E’ il segno che la guerra, iniziata ormai 7 mesi fa, sarà lunga?
La NATO è al fianco del popolo ucraino e manterrà questa posizione per il tempo necessario. Tutti gli Alleati NATO sostengono l’Ucraina con aiuti di natura militare, economica e umanitaria. L’obiettivo è quello di aiutare l’Ucraina a difendere il proprio diritto all’autodifesa sancito dalla carta costitutiva delle Nazioni Uniti. I contributi forniti dai singoli Paesi, come gli Stati Uniti, possono essere trattati direttamente con i Paesi stessi. Posso fornire il contatto del portavoce del Dipartimento di Stato, se Le interessa.


In molti, spesso, suggeriscono piani di pace. C’è modo per mettere fine al conflitto?
Come ha detto il Segretario Generale delle NATO Jens Stoltenberg, l’aggressore è la Russia e la recente annessione di quattro zone ucraine, la mobilitazione di migliaia di nuovi di soldati e il suo agitare lo spauracchio nucleare sono altrettanti segnali di un’escalation. L’Ucraina sta difendendo la propria sovranità e la propria integrità territoriale. La maggior parte dei conflitti finisce con un negoziato ma quello che avviene al tavolo dei negoziati dipende da quello che accade sul campo di battaglia. Ecco perché stiamo sostenendo l’Ucraina nell’esercizio del suo diritto all’autodifesa e nel porre fine al conflitto. Se la Russia cessa il combattimento, ci sarà la pace. Se l’Ucraina cessa il combattimento cesserà di esistere in quanto stato sovrano europeo.


Le esercitazioni Nato in Lettonia e Bulgaria, a cui stanno prendendo parte anche forze armate italiane, che senso hanno? Stiamo per entrare direttamente in guerra?

La NATO si esercita per rafforzare l’unità dell’Alleanza e per preparare le proprie forze armate a rispondere a qualsiasi minaccia posta a uno dei suoi paesi membri. Le esercitazioni della NATO hanno unicamente scopi difensivi e non devono essere viste come una minaccia posta a paesi esterni all’Alleanza. Le esercitazioni NATO dimostrano senz’altro le capacità di suoi paesi membri e agiscono da deterrente nei confronti di chiunque intenda minacciarli. Nello specifico, il JFC Naples sovraintende a Gruppi di Combattimento dislocati in Romania e in Bulgaria che sono stati allestiti dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia lo scorso febbraio. Le esercitazioni garantiscono che i gruppi siano pronti ad ogni evenienza.


Come si sta attrezzando la base Nato di Napoli?
Il JFC Naples sovrintende alle esercitazioni e alle attività di affinamento della prontezza dei propri reparti subordinati. Sono stati posti sotto la responsabilità del JFC Naples nuovi gruppi di combattimento dislocati lungo il fianco sudorientale della NATO. Il JFC Naples continua quindi a monitorare e coadiuvarne l’attività per garantire che il loro livello di prontezza sia il piú elevato possibile a difesa della NATO. Mantenere un livello di prontezza tale da poter fare fronte a qualunque evenienza è il miglior modo di dissuadere qualunque potenziale aggressore.


In Italia è appena cambiato il governo: crede che possa in qualche modo influire sulle posizioni assunte finora rispetto alla guerra?
L’Italia è membro fedele dell’Alleanza nonché uno dei suoi paesi fondatori avendone fatto parte fin dal 1949. La NATO apprezza il solido sostegno che l’Italia garantisce alle operazioni NATO -tra cui quelle condotte in Kosovo e in Iraq- nonché il suo apporto al Gruppo di Combattimento dislocato in Bulgaria. L’Italia partecipa alle missioni di polizia aerea e di sicurezza dei corridoi marittimi. La nostra visione è quella di una NATO unita nella quale 30 alleati democratici cooperino nel perseguimento di obiettivi comuni. Ciascuno dei 30 paesi della NATO ha la propria storia, la propria geografia e i propri partiti di governo, tuttavia lo scopo è comune e consiste nel mantenere la pace attraverso l’unità di intenti e la difesa reciproca, qualora fosse necessario.
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