La proposta indecente di Di Maio a Zingaretti: “Votate il salario minimo”. Il neo-segretario Pd: “No a furbizie politiche”

Prove d'intesa tra i grillini e i democrat. La Serracchiani: "Se quella del M5S è una iniziativa legislativa seria e non la solita campagna propagandistica, troverà sempre pronto il Pd nella difesa degli interessi delle categorie più deboli"

Foto Ivan Benedetto/LaPresse 04 Marzo 2019 Torino (To) ItaliaPolitica Zingaretti incontra Chiamparino Nella foto: Nicola Zingaretti, nuovo segretario del Pd, con Sergio Chiamparino Photo Ivan Benedetto/LaPresse March 04th, 2019 Turin (To) Italy PoliticsZingaretti meet Chiamparino In the pic: Nicola Zingaretti, Sergio Chiamparino

Tra la provocazione e il banco di prova. Luigi Di Maio ha invitato il neo-segretario del Pd a votare l’estensione del salario minimo a tutte le categorie di lavoratori. “La misura – ha dichiarato il vicepremier – fra pochi giorni arriva in Parlamento. Sul tema mi auguro di vedere un’ampia convergenza parlamentare, a partire proprio da Zingaretti”.

Prove d’intesa

Una sorta di petting elettorale, una mossa che va oltre l’attuale alleanza con i leghista che sta trascinando nel baratro dei consensi il Movimento 5 Stelle.

Zingaretti non ha fatto cadere nel vuoto l’invito del ministro. Ha risposto e lo ha fatto dimostrando di aver capito il messaggio sotteso: “I processi politici non si fanno con le furbizie”.

Formalismi a parte, gli esponenti democrat sono ‘possibilisti’ sul voto alla proposta dei 5 Stelle. A parlarne apertamente è stata Debora Serracchiani.

Democrat possibilisti

“E’ una misura che verrebbe incontro ai circa due milioni di lavoratori che in Italia non hanno un contratto collettivo di riferimento e agli oltre 2,5 milioni che possono essere considerati lavoratori poveri proprio per gli stipendi. Stiamo parlando di lavoratori poveri – ha spiegato la deputata – che anche il reddito di cittadinanza escluderebbe da qualsiasi tipo di aiuto pubblico e che ricevono salari al di sotto dei minimi stabiliti dalla contrattazione. Se quella del M5s è una iniziativa legislativa seria e non la solita campagna propagandistica, troverà sempre pronto il Pd nella difesa degli interessi delle categorie più deboli”.

Diverse le affinità tra i 5 Stelle, soprattutto quelli dell’area fichiana, e il nuovo Pd. E se Zingaretti nei prossimi giorni non farà nulla per nasconderle, anzi, probabilmente le evidenzierà, il suo inizio da segretario è stata teso a rimarcare una differenza sostanziale con il Movimento. Quale? Il sì alla Tav. E’ andato in Piemonte a parlare con Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, per confermare il suo sostegno al progetto Torino-Lione.

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