La sequenza in un video. Il killer di corsa nell’atrio per localizzare il bersaglio. Il medico presente all’agguato: “Ho avuto paura, ho visto i colleghi piangere”

Indossava un casco integrale, dalle immagini sembra una persona giovane

Napoli la camorra apre il fuoco anche in ospedale. Questa notte alcuni ragazzi hanno portato all’ospedale dei Pellegrini un 22enne con ferite d’arma da fuoco alle gambe. Poco dopo nel piazzale del nosocomio è entrato un ragazzo che indossava un casco e che ha sparato alcune volte verso il cortile, presumibilmente verso il 22enne ma senza colpirlo

NAPOLI – Scene da far west all’ospedale Pellegrini. Erano le 2 e 10 di notte di ieri, quando nell’ospedale della Pignasecca si è scatenato l’inferno. Un uomo armato di pistola è entrato nell’atrio d’ingresso del pronto soccorso e ha aperto il fuoco contro un gruppo di persone. Una corsa folle la sua, in preda al delirio assassino. A sparare sarebbe stato un ragazzo, a giudicare dalle immagini del video, che ritraggono una persona dai movimenti molto agili scandagliare nel giro di pochi secondi la piazzola d’ingresso del Pellegrini, alla ricerca del suo obiettivo.

Il killer in azione

Il killer prima scavalca la sbarra dell’atrio, saltando i controlli delle guardie giurate, poi si dirige come un toro impazzito alla ricerca del suo uomo. Pistola alla mano e casco integrale a coprirgli il viso, corre veloce guardando a destra e a sinistra lungo l’affollatissimo atrio dell’ospedale. Intanto, quello che probabilmente era il suo bersaglio, dopo aver compreso il pericolo che stava correndo si precipita verso la scalinata che porta al pronto soccorso. Ed è qui che l’uomo armato, riconosciuta la sua vittima, apre il fuoco.

Il ragazzo inseguito scappa in preda al terrore. A separarlo dal suo carnefice ci sono undici scalini, che il giovane sale a due a due in pochissimi secondi. Dietro di lui il killer ha cominciato a sparare all’impazzata, posizionandosi esattamente di fronte alle scale. Senza prendere la mira si ferma e spara in aria almeno cinque colpi. Ma la traiettoria non è libera, anzi. Tra il killer e il suo bersaglio ci sono altre quattro persone. Si tratta di ragazzi poco più che adolescenti, tra di loro due giovanissime dai capelli lunghi. Il giovane inseguito fende il gruppo di ragazzini e fugge via all’interno del pronto soccorso. Dietro il gruppo si scatena una pioggia di proiettili, sparati senza alcuna logica dall’uomo armato. Nessuna esitazione, nessun calcolo: il killer, noncurante dei minori davanti a lui, spara, nella speranza di colpire il suo bersaglio. Un proiettile si conficca alla base del settimo gradino, mentre altri due colpiscono il muro accanto.

Gli spari

Nella sparatoria almeno due ragazzi restano feriti, venendo colpiti di striscio. Il rumore degli spari scuote la notte fino a quel momento tranquilla del Pellegrini. Tutto accade nel giro di dieci secondi, sufficienti a scatenare il panico nei presenti, che hanno assistito alla scena sgomenti e paralizzati dalla paura. Terrore puro negli occhi dei ragazzini adesso anche loro inseguiti, i quali urlando scappano verso il pronto soccorso. Nella guardiola del reparto, intanto, il personale si ritrova d’improvviso in guerra. In piena attività anche alle due di notte, il lavoro di medici e infermieri viene scosso dal terribile rumore degli spari.

“L’episodio della scorsa notte è di una gravità eccezionale, poiché ha messo a dura prova l’emotività e la sicurezza di tutto il personale e dei cittadini che si recavano al pronto soccorso. Al momento della sparatoria c’erano i colleghi che avevano da poco prelevato il paziente attinto da arma da fuoco. Potevano trovarsi anche loro sulla traiettoria dei proiettili, chiunque poteva restare coinvolto in questa situazione così pericolosa. Noi sindacalisti Rsu dell’ospedale Pellegrini chiediamo ora una risposta forte dal sindaco, dalla Regione e dalle istituzioni tutte, che non possono restare indifferenti rispetto all’enorme rischio che noi infermieri, dottori e cittadini abbiamo corso sul nostro stesso posto di lavoro”, ha detto Antonio Eliseo, Rsu del nosocomio della Pignasecca.

Il medico Giuseppe Fedele presente all’agguato: il cortile era affollato, c’erano 30 persone

Dopo la sparatoria della notte tra giovedì e ieri, l’ospedale Pellegrini le ha davvero viste tutte. Lo sgomento è ora indescrivibile nel nosocomio, teatro di una scena raccapricciante, quella di un agguato.

Il personale in servizio alle 2 e 10 di ieri ha vissuto un vero e proprio incubo, e ora medici e infermieri dovranno fare i conti con l’angoscia e la paura di tornare al proprio posto di lavoro.

“Ero lì al momento della sparatoria, sulle scale dove il killer ha sparato. Con me c’erano dei ragazzini, correvano tutti verso il pronto soccorso. Ho sentito gli spari molto chiaramente, perché ero a breve distanza dall’uomo che ha aperto il fuoco. Sono andato verso il più grave che presentava ferite agli arti inferiori, l’ho medicato. Mi sono accorto che almeno altri due o tre giovanissimi erano rimasti feriti. Li ho pregati di entrare nell’ospedale per medicarli, ma dopo aver detto loro che dovevano avvisare i rispettivi genitori, in quanto minorenni, sono scappati via”. Questo l’agghiacciante racconto del dottor Giuseppe Fedele, medico chirurgo del Pellegrini che ha assistito alla sparatoria. “Il cortile era molto affollato, ci saranno state almeno una trentina di persone. Ho avuto paura soprattutto per i miei collaboratori: li ho visti piangere”, conclude.

Il commissario dell’Asl Napoli 1

Esprime grande turbamento Ciro Verdoliva, commissario straordinario dell’Asl Napoli 1: “Quando sono arrivato qui ho visto gente impaurita e agitata, cosciente che oramai neanche in quello che dovrebbe essere un santuario si può lavorare in sicurezza. Un tempo si diceva ‘non sparate sulla croce rossa’. Oggi il camice bianco non rappresenta più nulla, verso di esso non c’è più alcun rispetto. Non ci sono parole per episodi di questo tipo. All’interno di un presidio ospedaliero, in pieno centro storico, nella Pignasecca di Napoli, un soggetto arriva e spara nel mucchio. Siamo arrivati ben oltre il limite della sopportabilità e dell’immaginario collettivo. Ho parlato di camici antiproiettile, un’affermazione provocatoria, ma i professionisti della sanità devono avere la serenità e la lucidità per essere al servizio del pazienti. Non si possono anche preoccupare che un uomo possa entrare da un momento all’altro e sparare ad altezza d’uomo. Se possiamo dire che quel che è accaduto è grave, certamente qualcosa di più ancor più grave sarebbe potuto accadere”, ha detto Verdoliva.

Le parole del direttore sanitario

Parla invece di “risveglio delle coscienze” Mariella Corvino, direttore sanitario dell’ospedale Pellegrini. “Quella accaduta nel nostro presidio è una situazione veramente grave, che non si era mai verificata negli annali della sanità campana, e credo di tutta l’Italia. Il mio pensiero ora va ai collaboratori, medici e infermieri, la cui professionalità è ed è stata da plauso. Sono riusciti a mantenere un atteggiamento di self control incredibile dopo quello che era appena successo. Sono subito tornati alla routine del pronto soccorso, dando assistenza a tutti gli altri pazienti che continuavano a recarsi qui. Il Pellegrini è un ospedale di emergenza del centro storico, una struttura che compie circa 60mila pronto soccorso l’anno, proprio perché sita nel cuore del centro storico. Napoli si deve svegliare”, ha detto la dottoressa Corvino.

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