ROMA (Gianluca Rocca) – Altro che impeachment: il vero schiaffo al vecchio sistema sarebbero liste uniche per Lega e M5S e Paolo Savona candidato premier. Uno schiaffo ancora più necessario ora che i mercati continuano a fare la voce grossa contro la volontà popolare dell’Italia. Se il presidente della Repubblica Sergio Mattarella doveva essere imparziale, non lo ha certo dimostrato bocciando il ministro all’Economia proposto da Di Maio e Salvini. Se doveva garantire il rispetto della maggioranza parlamentare che aveva indicato un premier e un governo, non lo ha fatto. Ha invece rispettato i mercati internazionali e la volontà di chi voterà ora la fiducia a Cottarelli, il Pd e LeU, le sinistre. Cottarelli è un premier incaricato che ha il sapore di uno schiaffo agli italiani e che merita uno schiaffo ancora più forte alle prossime Politiche. Savona candidato premier. Con Salvini agli Interni e Di Maio al Lavoro. Perché la voce grossa la devono fare i ‘poveri’ italiani, e non i ‘ricchi speculatori’ internazionali.
La mobilitazione: in piazza Lega e M5S
Che il Presidente Mattarella sia padrone della materia costituzionale è pacifico: prima di fare la mossa che ha bloccato il governo Lega-M5S avrà certo studiato il modo di farlo ‘in piena legittimità’. Ma c’è la maggioranza parlamentare si sente presa a schiaffi da quel sistema che si era candidata a combattere. Sente di essere vittima di un comportamento scorretto che invoca vendetta. Per questa ragione sia Lega che Movimento Cinque Stelle stanno organizzando una serie di iniziative di protesta che culmineranno in una grande manifestazione di piazza in una data simbolica: il 2 giugno.
I sondaggi ‘bulgari’
Quelle che circolano in queste ore sono percentuali bulgare. Un eventuale cartello elettorale di M5S e Lega vale molto di più dell’80 per cento temuto da Massimo D’Alema. Alcuni sondaggi prevedono un 95 per cento di vittorie nei collegi uninominali. E’ questa la suggestione fantapolitica: un’alleanza che va contro tutte le intenzioni espresse fino ad oggi da Lega e Cinque Stelle, ma sarebbe davvero l’occasione unica per dare quella spallata al sistema che lo scorso 4 marzo è stata solo accennata. Una spallata che a questo punto non sarà più contro Mattarella, Renzi o Berlusconi; e nemmeno contro l’Europa iniqua o i mercati internazionali ‘sciacalli’, ma alla schiavitù di quel 99 per cento della popolazione mondiale contro l’1 per cento dei ricchi. Lo ha detto pochi giorni fa il sociologo del lavoro Domenico De Masi: nel mondo ci sono 8 persone che detengono la ricchezza di 3,5 miliardi di persone. Magari è arrivato il tempo di ridurre un po’ le distanze.