La Superlega si sbriciola, Inter e Milan si tirano fuori. Resa Juve

C'è ora da capire come si possono riallacciare i fili con Uefa e Fifa alla luce della decisione nella notte di sfilarsi dall’esclusivo progetto

Foto Marco Alpozzi/LaPresse

ROMA – Un effetto domino inarrestabile che ha travolto come un castello di carta quello che sembrava profilarsi come una torre dorata inespugnabile. Dopo la notte più lunga vissuta da Andrea Agnelli e da tutto il calcio europeo, il progetto Superlega si sfalda definitivamente in meno di 72 ore, messo alle corde dalla compattezza espressa da governi, Fifa, Uefa, leghe nazionali, tifosi, calciatori, allenatori e opinione pubblica mai apparsa così compatta e unanime nel bocciare la nuova creatura, rapidamente abortita. Il tutto nel nome della meritocrazia, sportività e competitività fatta di valori da conquistare sul campo.

L’effetto domino

Alla fuga nella notte delle sei squadre inglesi è arrivata nelle prime ore della mattinata la resa anche delle tre squadre italiane e dell’Atletico Madrid, orfane dell’appoggio delle britanniche. Il primo a mollare una barca alla deriva è stata l’Inter che in un comunicato ha certificato quanto già era trapelato nella notte annunciando di non fare più parte del progetto. Poi a seguire è arrivato il passo indietro del Milan, pronto a precisare quanto sia stata determinante nella scelta la voce di tifosi. “Non sono mai stato coinvolto nelle discussioni. Mi scuso nei confronti dei tifosi del Milan e dei tifosi in generale, che si sono sentiti traditi da quelli che sono i valori dello sport e che qui abbiamo sempre rispettato”, ha dichiarato la leggenda Paolo Maldini.

Il passo indietro

Poi è toccata alla Juventus ammettere attraverso le parole del presidente Andrea Agnelli che così come è il progetto non si può realizzare. Il club bianconero però non molla le proprie intenzioni, come conferma la nota arrivata al termine di una notte e una mattinata di fuoco ribadendo di restare “convinta della fondatezza dei presupposti sportivi, commerciali e legali del progetto”. La società aggiunge che allo stato attuale però ci sono ridotte possibilità di essere portato a compimento nella forma in cui è stato inizialmente concepito, tenendosi dunque una porta ancora aperta. Così come Real Madrid e Barcellona, che non si sono esposte.

Le milanesi si sfilano

Il Milan nel annunciare il suo no al progetto ribadisce però che serve un “modello sostenibile” mentre l’Inter fa presente al presidente della Uefa, Aleksander Ceferin che i club vedono una parte troppo esigua degli incassi dell’organismo confederale. E nel comunicato della proprietà Suning si fa capire chiaramente che le istanze da cui nasceva la Superlega non devono essere cancellate: “L’Inter crede che il calcio, come ogni settore di attività, debba avere interesse a migliorare costantemente le sue competizioni, per continuare ad emozionare i tifosi di tutte le età in tutto il mondo, in un quadro di sostenibilità finanziaria”.

Il progetto

C’è ora da capire come si possono riallacciare i fili con Uefa e Fifa alla luce della decisione nella notte di sfilarsi dall’esclusivo progetto. “Il mondo dello sport ha regole chiare e una struttura piramidale. Questa piramide ha un collante che si chiama regola. O si sta nel calcio con le sue regole o si sta fuori. Forse a qualcuno è sfuggito”, ha ricordato il presidente della Figc Gabriele Gravina.

Dal canto suo, Ceferin dopo il dietrofront compatto delle sei squadre inglesi considera “ammirevole ammettere un errore e questi club hanno commesso un grosso errore”. E aggiunge: “Ora sono tornati e so che hanno molto da offrire non solo alle nostre competizioni ma a tutto il calcio europeo. La cosa importante ora è che andiamo avanti, ricostruiamo l’unità di cui godeva il gioco prima di questo e andiamo avanti insieme”, ha aggiunto. Una tregua armata dunque i cui esiti sono ancora tutti da decifrare.

(LaPresse/di Luca Masotto)

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