ROMA – Il giorno dopo l’assalto alla Cgil quel tratto di corso d’Italia, a Roma, viene riempito da chi risponde alla chiamata dei sindacati a un “presidio democratico” in vista della manifestazione “democratica e antifascista” annunciata per sabato prossimo in una piazza della capitale. Militanti, partigiani, cittadini ed esponenti delle forze politiche si radunano a due passi delle mura capitoline, c’è chi intona ‘Bella ciao’ e chi si limita a stringere la mano al segretario Maurizio Landini in segno di solidarietà. Dal mattino fino al pomeriggio arrivano il segretario Dem Enrico Letta, il presidente M5s Giuseppe Conte, il capogruppo alla Camera di FdI Francesco Lollobrigida, i candidati a sindaco di Roma Roberto Gualtieri e Enrico Michetti, il governatore Nicola Zingaretti. Matteo Renzi fa slittare l’avvio dell’assemblea di Iv e va alla Cgil a Firenze, Andrea Orlando alla Camera di Commercio a La Spezia, e il presidio e le testimonianze istituzionali si ripetono in molte città italiane. Ci sono circa 1.500 persone quando Maurizio Landini apre l’assemblea generale tra gli applausi, scandendo bene: “Quella di ieri è una ferita democratica, un atto di offesa alla Costituzione nata dalla Resistenza, un atto che ha violentato il mondo del lavoro e i suoi diritti. C’è stato un disegno preordinato di gruppi, che hanno messo in campo un progetto fascista squadrista: colpire la Cgil e il sindacato. Ma non ci fermeremo, non abbiamo paura. Abbiamo la forza per andare avanti”. Il richiamo alla Costituzione è ripetuto più volte, Landini invita a ricordare, “in un paese che rischia di perdere la memoria”, cosa ha portato il fascismo nel nostro Paese: “Guerra e disperazione”. E allora “tutte quelle organizzazioni che richiamano al fascismo vanno sciolte, questo è il momento di dirlo con chiarezza ed è il momento di dare diritti a tutti, anche a quelli che non ce l’hanno compresi quelli nati nel nostro Paese e che ancora sono considerati stranieri”.
Per Landini chi attacca il sindacato “vuole attaccare la possibilità che davvero ci sia una stagione di riforme e cambiamento e noi non lo permetteremo”. Bisogna invece rilanciare con forza “una mobilitazione democratica, che apra sedi e accolga persone, che non strumentalizzi le difficoltà che oggi esistono”, ascoltare le persone, avviare le riforme, sconfiggere le diseguaglianze, perché “non è il momento di costruire muri né di costruire recinti, né in Italia né in Europa”. E “se qualcuno ha pensato di intimidirci, deve ricordare la Cgil e il movimento dei lavoratori hanno sconfitto il fascismo in questo Paese e riconquistato la democrazia”.
Ecco perché la Cgil, con Cisl e Uil che subito hanno risposto all’appello, sabato prossimo scenderà in piazza per la manifestazione dal titolo ‘Mai più fascismi’ che “dice qual è il programma”. E parte l’appello “a tutte le associazioni, le forze politiche, i cittadini democratici, di essere tutti uniti il 16 per dare una risposta al Paese e dare un indicazione all’Europa”. Invito prontamente raccolto dal Pd, come conferma il segretario Letta, e anche dal M5s che rilancia: “Credo che alla manifestazione di sabato dobbiamo assolutamente partecipare tutti – incalza Conte – auspico che anche Salvini e Meloni possano partecipare”.
Di Antonella Scutiero