Lo voglio dire subito e senza giri di parole: per me, l’unica vera rivale della Juventus era e resta il Napoli. Perché lo dico? Perché sono convinto che rispetto a un anno fa, la squadra sia migliorata e soprattutto che in panchina ci sia un allenatore tra i più importanti al mondo, Carlo Ancelotti.
E’ il momento di riflettere
E’ chiaro però che la sconfitta di Genova fa male e deve far riflettere. Non mi è piaciuto per nulla l’aspetto difensivo: una squadra importante non può permettersi di prendere così tanto gol. E’ evidente che ci sia qualcosa da registrare, movimenti che vanno fatti in maniera diversa. Sarebbe però ingeneroso addossare la colpa solo sui difensori.
La responsabilità
Certo, magari Albiol e Koulibaly hanno mostrato delle sbavature, palesando anche un certo nervosismo, ma per esperienza posso dire che quando si prendono così tanti gol, la responsabilità va divisa col resto della squadra. Che infatti gioca in una maniera diversa da quella cui era abituata, deve adattarsi a una serie di meccanismi che sono differenti.
Il gioco di Ancelotti
Da questo punto di vista, sono assolutamente tranquillo, perché in panchina c’è Ancelotti. Mi è piaciuto moltissimo il coinvolgimento totale della rosa: giocatori che erano ‘sconosciuti’ hanno avuto la possibilità di dimostrare il loro valore. Non più un blocco di 12-13 calciatori ma una rosa con 17-18 giocatori, tutti importanti. Prendete Fabian Ruiz: ho avuto il piacere di vederlo dal vivo per 11 giorni a Dimaro e posso dire che tecniche e fisiche e una gestione della palla da big, insomma ha tutto per essere la vera sorpresa.
Le esclusioni
Mi ha colpito la scelta di escludere alcuni senatori ma Ancelotti è un allenatore che si può permettere di non guardare in faccia a nessuno. Questo, e lo dico da ex calciatore, provoca reazioni diverse. C’è l’ammirazione di chi gioca meno perché sa di potersi giocare una chance alla pari con gli altri. E può anche accadere che lo stesso sentimento si generi nei big, che capiscono la personalità dell’allenatore che li esclude, magari pensando che così si può finalmente vincere.
Il gioco di Sarri
Perché il lavoro che ha fatto Sarri lo scorso anno è stato straordinario ma per me il Napoli non ha vinto proprio perché è mancata la gestione del gruppo nella sua interezza. Ora questo gruppo ha perso Reina, un leader, un uomo di personalità, ma ha alle spalle un anno in più di esperienza, e questo credo che possa aiutarlo a gestire i momenti delicati. Proprio come questo.
Il fattore sfortuna
Con la Sampdoria, il Napoli è stato anche sfortunato: Ancelotti aveva ribaltato le due partite precedenti e se a Marassi avesse segnato un gol, forse la storia sarebbe cambiata. Per questo, continuo a dire che noi, il Napoli, la squadra che porto nel cuore e di cui sono tifoso, siamo ancora l’anti-Juve. Quest’anno con Carlo e con i giocatori che sono arrivati, si può fare meglio. Magari non in termini di punti, perché 91 non sono facili da replicare, ma di risultati.
Togliamo lo scudetto alla Juventus
Il livello della serie A si è alzato perché anche le altre si sono rinforzate ma questo vuol dire che la quota scudetto è scesa. Per questo dico che la lotta è aperta. Solo una cosa mi dispiace davvero: non vedere una sintonia totale attorno alla squadra, che con la spinta straordinaria dei tifosi potrebbe volare. E sfilare, finalmente, quel benedetto scudetto alla Juve.