Largo al lino, sostenibile per natura

Vince contro il cotone perché non ha bisogno di irrigazione e pesticidi

NAPOLI – L’estate è ormai alle porte e i nostri armadi sono più colorati che mai. Abbiamo riposto maglioni e cappotti per far spazio nel guardaroba agli indumenti tipici della stagione. Bermuda, gonne, t-shirt e camicie leggere sono presenti in tutti gli armadi, in tutte le declinazioni possibili. C’è un tessuto che più degli altri è amatissimo in questa stagione perché fresco, economico, traspirante e leggero. Parliamo del lino, il principe dei tessuti estivi. Questo materiale, oltre ad essere comodo e fresco è anche molto ecologico. Scopriamo perché.

LE ORIGINI

Il lino è n tessuto leggero, in grado di regolare la temperatura corporea e di donare comodità con qualsiasi condizione atmosferica. Si tratta di una fibra composta e ricavata dal libro del Linum usitatissimum, composta per circa il 70% da cellulosa. Il seme era conosciuto già nel Vecchio Continente, le sue origini sono antichissime. Era usato nell’Antico Egitto fin dal V millennio a.C. dove veniva coltivato da Egizi, Babilonesi, Fenici e altri popoli del Medio Oriente che poi ne diffusero l’uso a Greci e Romani. Veniva usato per realizzare le bende per il processo di mummificazione nell’epoca dei faraoni. Il suo dominio come tessuto è rimasto incontrastato fino all’inizio dell’Ottocento quando il cotone, con l’introduzione di telai che ne hanno facilitato la filatura, da prodotto pregiatissimo destinato alla nobiltà è diventato un prodotto di massa.

Un tessuto ecologico

La Sezione Lino del Sistema Moda Italia e la Confederazione Europea del Lino e della Canapa hanno presentato uno studio condotto da Centrocot sulla sostenibilità del materiale. Secondo l’analisi, che ha messo a confronto con tutti gli altri tessuti tradizionali, come cotone, lana, poliestere e viscosa, l’impatto ambientale del lino è risultato mediamente basso rispetto a tutti i fattori ambientali analizzati. A suo favore in primo luogo la fase agricola che ha bisogno di pochi fitofarmaci, pesticidi e fertilizzanti, inoltre le coltivazioni sono caratterizzate dalla quasi totale assenza di irrigazione e sostanze chimiche inquinanti. Al cotone servono molte più risorse.

Non si butta via niente

Il lino è un materiale rinnovabile e non si spreca niente nella sua coltivazione. Si possono ottenere diverse tipologie di fibre: quelle lunghe, di qualità superiore, denominate ‘lungo tiglio’, da quelle corte si ottiene la ‘stoppa di lino’, di qualità e resistenza inferiore. Infine dai semi di lino si ottiene, tramite un procedimento chimico, il ‘ramie’. Ogni parte della pianta ha valore, pregio che elimina quasi del tutto lo spreco. Nei campo è facile da incorporare nei cicli moderni di rotazione del raccolto e richiede pochi fertilizzanti e antiparassitari, che inquinano e mettono in pericolo gli insetti impollinatori. Infine, le tela è completamente biodegradabile, e la resistenza del filato riduce l’esigenza dei rivestimenti da applicare per fare in modo che il tessuto non si strappi.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome