Lavoro, presidio di metalmeccanici al Mise: per fine Cig a rischio in 140mila

"Dal 24 settembre prossimo scadranno gli ammortizzatori sociali. In particolare cassa integrazione e contratti di solidarietà. Per migliaia di lavoratrici e di lavoratori"

Foto LaPresse/Stefano Cavicchi

ROMA (AWE/LaPresse) – Lavoro, presidio di metalmeccanici al Mise: per fine Cig a rischio in 140mila. “Dal 24 settembre prossimo scadranno gli ammortizzatori sociali. In particolare cassa integrazione e contratti di solidarietà. Per migliaia di lavoratrici e di lavoratori. A causa delle limitazioni e delle riduzioni introdotte dal D.lgs. 148/2015. Da Nord a Sud, in molte aziende verrà superato il limite dei 36 mesi di CIG e CdS a disposizione nel quinquennio”. Così in una nota le organizzazioni sindacali Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil. Che hanno organizzato al Ministero dello Sviluppo Economico fino alle 14 un presidio unitario dei metalmeccanici. Per chiedere risposte immediate al Governo e per evitare quindi migliaia di licenziamenti.

Sono 140mila i lavoratori metalmeccanici coinvolti da situazioni di crisi dei comparti degli elettrodomestici, della siderurgia. Ma anche dell’ICT e Telecomunicazioni, dell’elettronica, dell’automotive. Con oltre 80.000 lavoratori metalmeccanici interessati dalla cassa integrazione straordinaria. In totale sono ben 144 i tavoli di crisi aziendale dei vari settori aperti al Ministero dello Sviluppo Economico al 30 giugno 2018. Che riguardano 189mila lavoratori. Sono, inoltre, 31 le aziende che hanno cessato l’attività in Italia per delocalizzare all’estero. Mettendo a repentaglio oltre 30mila posti di lavoro. Vi sono, poi, 147 gruppi di imprese interessate da procedure di amministrazione straordinaria.

Lavoro, presidio di metalmeccanici al Mise: per fine Cig a rischio in 140mila

Senza nuove norme la scadenza degli ammortizzatori il 24 settembre si tradurrà per migliaia e migliaia di lavoratori in licenziamento. Con gravissime ripercussioni e conseguenze per l’occupazione in tutto il Paese.

Per queste ragioni i metalmeccanici chiedono al Governo “l’apertura di un tavolo urgente. Per la copertura degli ammortizzatori sociali. E quindi per poter concludere i processi di riorganizzazione e di ristrutturazione aziendale e le reindustrializzazioni; il rilancio dei contratti di solidarietà; il sostegno alla formazione e agli investimenti innovativi; politiche attive ed efficaci per garantire le ricollocazioni e tutelare l’occupazione”.

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